Federica Mogherini. Il suo nome è apparso al fianco di quelli di Javad Zarif e John Kerry. Lady Pesc è tra i favoriti per il premio Nobel per la pace che sarà assegnato il prossimo 6 ottobre a Oslo. La scelta del comitato, che ieri aveva indicato in 318 i candidati (di cui 103 sono organizzazioni), sta già facendo discutere. E a molti torna in mente quando è stato premiato Barack Obama all'inizio del primo mandato da presidente degli Stati Uniti.
L'annuale premiazione inizierà lunedì a Stoccolma con il Nobel per la Medicina. La Mogherini, oggi Alto rappresentante dell'Unione, è in lizza per vincere il premio per la Pace. Insieme al ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, è considerata uno dei principali artefici dell'accordo sul nucleare iraniano. Qualora dovesse farcela sarebbe il secondo italiano nella storia a ricevere questo riconoscimento. Nel 1907 era toccato a Ernesto Teodoro Moneta per aver fondato diverse organizzazioni per la pace. Da allora, però, il premio si è sbiadito. Il ritratto di Aung San Suu Kyi è finito nei magazzini dell'Università di Oxford, che lo ha rimosso dal muro dell'ingresso principale del college in cui la "donna forte" del Myanmar aveva studiato negli anni Sessanta. I vertici universitari non hanno chiarito se la decisione sia il frutto di un ripensamento sulla statura politica e morale della leader birmana che si guadagnò nel 1991 il Nobel per la pace. Oggi l'accusano di schiacciare i "diritti umani" la minoranza musulmana dei Rohingya. Ma è molto probabile che sia andata così.
La stessa sorte è accaduta a Barack Obama. L'ex presidente sapeva perfettamente, da quando lo ricevette nel 2009 a pochi mesi dall'inizio del primo mandato, che una volta insigniti del premio bisogna esserne all'altezza. "Non sarei nel giusto se non riconoscessi che la vostra decisione generosa ha generato delle polemiche - esordì nel discorso di accettazione - il problema maggiore è che io sono il comandante in capo di due guerre". Di lì a poco triplicò il numero di soldati in Afghanistan. Feroci polemiche si erano sollevate anche quando nel 1994 era stato premiato Yasser Arafat e nel 2012 l'Unione europea. Oggi, come ieri, premiare la Mogherini, Zarif e Kerry significa lanciare un messaggio politico a Donald Trump che quell'accordo sul nucleare vorrebbe stralciarlo.
"Un premio assegnato in quella direzione - spiega Henrik Urdal, direttore dell'Istituto ricerca per la pace di Oslo - rappresenterebbe un segnale per gli Stati Uniti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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