Non uno stop aprioristico, ma la richiesta di coordinarsi con le autorità prima di lanciare raid contro potenziali obiettivi terroristici. È questo quanto domandato dallo Yemen, che ha così risposto all'ultima operazione americana sul territorio nazionale, durante la quale trenta civili sono morti e in cui è rimasto ucciso anche un Navy Seal.
Due alti funzionari locali hanno spiegato alla Cnn che lo Yemen ha condannato espressamente quanto avvenuto lo scorso 29 gennaio, accusando Washington di non essersi coordinata con Sana'a prima di lanciare il raid.
L'intenzione degli americani era quella di raccogliere dati utili all'intelligence sulle attività di Al Qaida nella Penisola arabica (Aqap), la costola locale dell'organizzazione terroristica. Dati che avrebbero dovuto aiutare in attacchi futuri e nella prevenzione di possibili attacchi.
"Gli unici a guadagnarci sono stati quelli di Al Qaida", hanno commentato i due funzionari, citati anonimamente e leali al governo di Abdu Rabbu Mansour Hadi, che lavora da Aden dal giorno in cui le milizie utili sono discese su Sana'a.
Intanto le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per raccogliere dai Paesi donatori 2.
1 miliardi di dollari, per fornire assistenza a 12 milioni di persone, nel Paese devastato dalla guerra e nel quale ora si rischia una carestia. Almeno 7.470 persone somo morte dall'inizio delle operazioni militari nello Yemen, con numeri che secondo l'Onu potrebbero raddoppiare, perché da molte strutture sanitarie non arrivano da tempo aggiornamenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.