"100 mila persone in trappola": Mosca stringe l'assedio su Mariupol

Il presidente ucraino ha parlato ancora una volta dei civili bloccati a Mariupol: "Sono in centomila e la situazione è drammatica"

"100 mila persone in trappola": Mosca stringe l'assedio su Mariupol

A tenere banco nella nuova notte ucraina di guerra sono state le informazioni giunte da Mariupol. Il presidente Zelensky, in particolare, in un video su Facebook ha parlato di almeno centomila persone ancora presenti nella città assediata e di condizioni di vita sempre più estreme. Inoltre ha puntato il dito contro i russi, rei secondo Zelensky di trattenere in ostaggio a Mariupol alcuni funzionari umanitari. Dagli Usa intanto sono arrivate accuse a Mosca sulla possibilità di uso di armi chimiche. Il Cremlino ha replicato ritenendo di avere le prove dell'esistenza di laboratori biologici Usa in Paesi confinanti con la Russia.

La situazione a Mariupol

In una notte dove sono arrivate poche notizie di raid dalle principali città e dove in Ucraina la situazione è rimasta nel complesso tranquilla rispetto ad altre giornate, è su Mariupol che sono concentrati i principali riflettori.

Volodymyr Zelensky nel suo discorso ha sottolineato come almeno centomila civili risultino bloccati nella città. Molti di loro vivono dei rifugi e negli scantinati, senza possibilità di accedere ai servizi oppure di avere a disposizione generi di prima necessità.

Il problema principale è dato dalle difficoltà di fuga. In tanti fino a ieri sono riusciti a lasciare Mariupol, ma un'evacuazione totale degli abitanti è pressoché impossibile. Anche perché infuriano i combattimenti casa per casa. Nelle ultime ore diversi raid sono stati segnalati in vari quartieri ancora in mano agli ucraini.

Mariupol è in parte già controllata da russi e filorussi, la resistenza ucraina è concentrata oramai unicamente nei quartieri centrali. Tutto attorno è però controllato dalle truppe di Mosca, le quali nei giorni scorsi avevano offerto la resa all'esercito avversario, qui rappresentato in gran parte dal Battaglione Azov.

Sempre nella notte, Zelensky ha accusato i russi di trattenere personale umanitario ucraino. “Stiamo cercando di organizzare corridoi umanitari stabili per i residenti di Mariupol – si legge nelle dichiarazioni del presidente ucraino – ma quasi tutti i nostri tentativi, sfortunatamente, sono sventati dagli occupanti russi, dai bombardamenti o dal terrore deliberato”. Secondo la vicepremier Iryna Vereshchuk, almeno 11 autisti ucraini impegnati nei corridoi umanitari sarebbero nelle mani russe. Stesso destino al momento di altri operatori.

Botta e risposta Washington – Mosca sulle armi

Il Pentagono è tornato a parlare del possibile uso da parte russa di armi chimiche. Lo aveva fatto nei giorni scorsi il presidente Joe Biden, secondo cui Putin è oramai con “le spalle al muro e potrebbe usare di tutto”.

Per la Difesa Usa, Mosca per superare le difficoltà militari potrebbe puntare sull'uso di “armi tattiche”, comprese quelle chimiche. Dalla Russia hanno respinto ogni addebito.

Il portavoce del Cremlino, Dmytri Peskov, ha anzi rilanciato affermando come le forze di sicurezza russe abbiano le prove dell'esistenza di laboratori biologici Usa nei Paesi confinanti con la Russia. E dunque Ucraina compresa.

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