Quattro anni e tre mesi. E' questa la pena patteggiata da Lele Mora per bancarotta dopo il crac dell’agenzia del talent scout che avrebbe sottratto circa 8,5 milioni di euro dalle casse della sua società, fallita nel giugno 2010, per trasferirli in parte all’estero. Quei soldi non sono mai stati rintracciati e anche per questo i pm hanno dato negato i domiciliari per Mora, in carcere dal 20 giugno. Per il Riesame, infatti, l’impresario potrebbe fuggire avvalendosi anche della sua "rete di relazioni".
Resta aperta l’inchiesta per concorso in bancarotta a carico del direttore del Tg4 Emilio Fede e di un collaboratore di Mora. Il talent scout, infatti, aveva riferito ai magistrati di aver ottenuto un prestito da oltre 2,8 milioni di euro da Silvio Berlusconi, attraverso il manager Giuseppe Spinelli e che una parte di quei soldi, circa 1,2 milioni di euro, sarebbero stati trattenuti come "intermediazione" da Fede. I pm hanno trovato tracce di rapporti economici Mora-Fede.
Dopo il patteggiamento, i legali potranno comunque fare ricorso alla Cassazione. Solo allora la pena diventerà definitiva e dovrà essere scontata.
Ma i guai giudiziari di Mora non finiranno: il prossimo 21 novembre si aprirà anche il processo per il caso Ruby che vede imputati anche Fede e Nicole Minetti. A carico dell’agente dei vip, inoltre, è ancora aperta un’inchiesta per bancarotta per il crac della Diana Immobiliare (società della figlia) e per il suo fallimento come imprenditore individuale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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