La Moratti accoglie la mostra «censurata»

Francesco Kamel

Alla fine i ragazzi di Azione Universitaria ce l’hanno fatta. La mostra sulle Foibe, organizzata dai giovani di An e dal comitato «10 Febbraio», è stata esposta ieri nell’atrio del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere. Nella «Giornata del ricordo», in cui si celebra la sanguinosa repressione degli italiani di Istria e Dalmazia da parte dei comunisti jugoslavi di Tito negli anni 1943-45, sono stati messi in mostra immagini e testi che ripercorrono una tragedia che ha prodotto trecentomila sfollati e decine di migliaia di morti: vittime che spesso sono state gettate in profonde cavità carsiche e lasciate morire. La scelta di ospitare l’iniziativa al ministero è stata assunta dal ministro Letizia Moratti, su sollecitazione del deputato di An Maurizio Gasparri, dopo che il rettore dell’Università Roma Tre, Guido Fabiani, aveva negato ad Azione Universitaria la possibilità di esporre il materiale all’interno dell’ateneo. Un divieto, quello di Fabiani, che ha suscitato aspre polemiche tanto che molti, soprattutto dal centrodestra, lo hanno accusato di fare una censura di carattere politico.
Il sottosegretario Valentina Aprea, che ha presenziato alla mostra, non ha comunque voluto commentare la decisione del rettore. Si è limitata a sottolineare che negli ultimi anni è stato il Parlamento a voler salvaguardare la memoria dei più tragici fatti del secolo scorso. Infatti sono stati adottati tre distinti provvedimenti che hanno istituito le giornate del ricordo dell’Olocausto (27 gennaio), della caduta del muro di Berlino (9 novembre) e del ricordo delle foibe (10 febbraio). Per la Aprea, pertanto, la mostra non fa che rispettare e mettere in pratica lo spirito della legge istitutiva della Giornata del Ricordo. «È importante raccogliere l’appello del presidente Ciampi - ha detto il sottosegretario - affinché si passi dai rancori esasperati ai ricordi ragionati ed è altrettanto doveroso salvaguardare la memoria di tutti i tragici eventi che hanno caratterizzato il ’900, vivendo sempre il ricordo con un sentimento di unità nazionale».
Non altrettanto conciliante è stato Fabiani: «Un’università non può ospitare una mostra spot organizzata in pochi giorni o dare spazio a comizi politici. Se il ministro, invece, lo ritiene opportuno è liberissima di farlo, ma un ateneo non è il luogo adatto per queste manifestazioni». Di tutt’altro avviso, invece, Azione Universitaria. Per il portavoce Piero Cavallo «Fabiani ha voluto chiudere una pagina della storia mentre la Moratti ha voluto dare l’esempio per far conoscere meglio una vicenda negata per 60 anni». Anche il presidente nazionale di Azione Universitaria, Giovanni Donzelli, ha attaccato il rettore: «Nei pannelli della mostra sono riportate foto e fatti, senza commenti politici. La mostra, d’altra parte, è stata regolarmente esposta in altri 70 atenei italiani, tra cui la Sapienza e Tor Vergata. Non è possibile che il rettore voglia eliminare alcuni documenti storici, come ad esempio la prima pagina del quotidiano l’Unità il giorno dopo la morte di Tito.

È il rettore di Roma Tre a fare politica, mentre noi facciamo storia». Per protestare contro Fabiani, dieci ragazzi di Azione Universitaria hanno «indossato» una copia dei pannelli in mostra e hanno sfilato nell’ateneo di Roma Tre.

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