Strasburgo - Caso Giuliani, capitolo chiuso. Non c'è alcuna responsabilità dello Stato italiano per la morte del giovane rimasto ucciso a Genova, in piazza Alimonda, il 20 luglio del 2001. L'ultima parola l'ha pronunciata la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, a cui avevano fatto ricorso i familiari del ragazzo nel 2002. Carlo Giuliani perse la vita per un colpo di pistola che lo raggiunse alla testa esploso dal carabiniere Mario Placanica, durante gli scontri tra i no-global - che contestavano il G8 - e le forze dell'ordine. Da quel giorno d'estate di dieci anni fa iniziò una vera e propria crociata, da parte della sinistra radicale, per inchiodare lo Stato - e quindi il governo italiano - alle proprie responsabilità. Ora è la vicenda è definitivamente chiusa: l'uso della forza non fu eccessivo. Il carabiniere sparò solo per legittima difesa. Ricordando tutte le polemiche di questi anni, alimentate ad arte da una parte della sinistra italiana, c'è da chiedersi una cosa: qualcuno si scuserà mai con il governo italiano e con le forze dell'ordine, accusate di essere, rispettivamente, mandante e assassino di Giuliani?
Il verdetto La sentenza della Corte di Strasburgo assolve l’Italia dalle accuse di avere avuto responsabilità nella morte di Giuliani. La decisione è stata presa a maggioranza dai giudici. La Corte ha dato torto ai Giuliani su tutti i punti del ricorso e anche sulla parte che riguarda la conduzione dell’inchiesta sulla morte del figlio. I giudici della Grande Chambre non hanno rilevato lacune nell’indagine e su questo punto hanno, quindi, rovesciato il giudizio espresso in primo grado. In prima istanza la Corte, il 25 agosto del 2009, aveva assolto parzialmente l’Italia riconoscendo tra l’altro che Placanica, il carabiniere che sparò a Giuliani, aveva agito per legittima difesa. "Ha agito nell’onesta convinzione che la propria vita e quella dei suoi colleghi si trovassero in pericolo... Il ricorso a un mezzo di difesa che poteva causare morte, agli spari, era giustificato". I 17 giudici della Corte, nell’assolvere l’italia ribadiscono quanto affermato in primo grado, ovvero la condanna dell’Italia per la mancanza di una inchiesta approfondita sul decesso di Giuliani.
Gli scontri di Genova Sugli scontri di Genova del luglio 2001 sono stati scritti fiumi di parole. Torniamo, brevemente, all'episodio incriminato. 20 luglio 2001, ore 17.27: in piazza Alimonda, a Genova sono in corso durissimi scontri tra i manifestanti (perlopiù no-global) che contestano il vertice del G8 in corso in quei giorni nel capoluogo ligure, e le forze dell'ordine. Carlo Giuliani, 23 anni, è uno dei tanti giovani che protestano. Lui ha una cannottiera bianca e un passamontagna (vedi foto). Tiene in mano un estintore rosso che, presumibilmente, intende scagliare contro la jeep dei carabinieri (un Defender) posta sotto assedio. Dal vetro posteriore dell'auto parte un colpo di pistola, sparato dall’arma di ordinanza del carabiniere ausiliario Mario Placanica, allora ventunenne. Placanica, che stava svolgendo il servizio di leva, era all’interno della camionetta presa d’assalto da diversi manifestanti. Un vetro era stato sfondato. Proprio nel momento in cui Giuliani si appresta a scagliare l'estintore, Placanica spara due colpi. Uno di questi colpisce Giuliani alla testa...
Don Gallo: giovani ingannati Con la sentenza di oggi "è molto grave che, ancora una volta, siano stati delusi e ingannati i giovani che attendono giustizia". Così Don Andrea Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto, commenta la sentenza. "Lascia molto perplessi. Sono trascorsi dieci anni, ma il punto centrale - ha aggiunto - è che è mancata una commissione parlamentare di inchiesta, nonostante le tante richieste perché si facesse chiarezza. Il parlamento ha latitato paurosamente. Questo è il punto centrale. Inoltre, il processo relativo alla morte di Carlo è stato chiuso velocemente e vergognosamente".
Agnoletto: legittimata l'omertà di Stato "La sentenza è estremamente grave perché legittima il rifiuto delle istituzioni italiane di ricercare la verità sulla morte di Giuliani": lo afferma Vittorio Agnoletto, portavoce del Social Forum di Genova nel 2001. "Lo Stato ha avuto paura ad affrontare un dibattimento in un’aula giudiziaria. Infatti dove i processi hanno potuto svolgersi le conclusioni non hanno lasciato dubbi sulle responsabilità nella gestione dell’ordine pubblico e di gravi atti di violenza".
Il Pdl: chiarezza su quei giorni Il parlamentare del Pdl Roberto Cassinelli, membro della Commissione Giustizia della Camera: "È stata definitivamente confermata la chiarezza, l’onestà e la lealtà - afferma - delle istituzioni e delle forze dell’ordine del nostro Paese. Mi auguro che questa sentenza possa mettere fine alle polemiche e agli attacchi che hanno contraddistinto negli ultimi dieci anni i drammatici fatti di quei giorni". La parlamentare Pdl Isabella Bertolini esprime l’auspicio che la sentenza "ponga fine alle strumentalizzazioni intorno alla morte di Giuliani". Il pronunciamento di Strasburgo chiude il caso internazionale costruito dagli speculatori politici e smonta in modo netto, scacciando ogni ombra sull`operato delle nostre forze dell'ordine"
Diliberto: immagini ancora vive in noi "Non siamo abituati a discutere le sentenze e non lo faremo neanche questa volta - dice l'ex ministro dei Comunisti italiani, Oliviero Diliberto -. Ma le immagini di quel che accadde a Genova nei giorni del G8 sono ancora vive nei nostri occhi. Tanti ragazzi, tanti nostri giovani hanno vissuto sulla propria pelle una violenza terrificante. Carlo Giuliani, un ragazzo, a causa di quella violenza perse la vita".
Ferrero: sdegno per la sentenza "Voglio esprimere tutto il mio sdegno e la mia tristezza per la sentenza", dice Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista. "La sentenza è grave. Una vergogna, visto il modo indecente e criminale in cui venne gestito il tema dell'ordine pubblico da parte del ministero degli Interni nelle giornate del G8 a Genova nel 2001. "La macelleria messicana attuata e che ha portato alla morte di Carlo Giuliani meritava una condanna da parte della Corte di Strasburgo".
Castelli: governo si comportò correttamente "La sentenza che scagiona il nostro Paese dà un contributo di chiarezza, perché stabilisce che il governo di allora si comportò correttamente". E "la sentenza chiarisce anche la posizione di piena assoluzione di Placanica, vera vittima di questa dolorosa vicenda". Lo ha affermato il Vicemoinistro leghsita Roberto Castelli, ministro della Giustizia ai tempi del G8 a Genova.
"Ancora una volta, dopo diverse sentenze e processi - ha aggiunto Castelli- si dimostra che, se è vero che ci furono singoli episodi di natura criminosa, l'azione del governo, delle Forze dell'ordine e della Polizia penitenziaria nel condurre quella difficilissima situazione avvenne nel pieno rispetto delle leggi".
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