Con Mosè e Ben Hur cambiò la storia del cinema epico

Macho ante litteram, passò attraverso tutti i generi e girò con Orson Welles

Negli intensi ottantaquattro anni di Charlton Heston, scomparso ieri dopo lunga malattia senile, tre episodi vissuti ne esprimono la personalità più degli oltre cento film da lui interpretati. Heston ha già girato I dieci comandamenti di Cecil B. DeMille (1956) nel ruolo di Mosè (secondo incasso americano d'ogni tempo, dopo Via col vento), ma non ha ancora vinto l'Oscar, (l'avrà per Ben Hur di William Wyler, 1959). Non ha ancora dunque il potere contrattuale che deriva ai divi dal riconoscimento dell'Academy, eppure Heston impone, condizionandovi la sua stessa partecipazione, alla Universal L'infernale Quinlan di e con Orson Welles. Heston aveva colto dalla sceneggiatura il capolavoro che critica e pubblico possono apprezzare solo da pochi anni, cioè da quando la versione di Welles, mutilata dalla produzione, è tornata in circolazione.
Nel 1964 Heston, divo consacrato, recita in Sierra Charriba di Sam Peckinpah, altro film che subisce traversie già in lavorazione. Peckinpah non rispetta i termini e, perché il regista possa egualmente finire il film, Heston rinuncia al compenso, trecentomila dollari, dieci milioni di dollari oggi.
Nel 2001 Heston è ormai storia vivente del cinema. Egidio Eronico gli propone una sceneggiatura sull'incontro fra il medico delle Ss, Josef Mengele, esule in Brasile, e il figlio nel 1977. Heston accetta, nonostante la lavorazione in un clima atmosferico che dissuaderebbe attori in perfetta salute, come lui non è più. Così il suo ultimo film da protagonista sarà diretto da un italiano. My Father, Rua Alguem 5555 - questo il titolo - parteciperà al Festival di Berlino del 2004.
Si dice degli attori aitanti che siano più aitanti che attori. Spesso è vero ma, per valutare il talento di Heston maturo, basta paragonarlo a quello dello Will Smith un po’ meno maturo. Ne danno occasione due film ispirati dallo stesso romanzo di Richard Matheson. Nel 1971 Heston recita in 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra di Boris Sagal; nel 2007 Smith recita in Io sono leggenda di Francis Lawrence. Il protagonista è quasi sempre solo sullo schermo, quindi dev'essere espressivo tacendo; per aiutare Smith, gli si affianca un cane, che risulta più bravo di lui; Heston regge invece da solo.
Direte: fantascienza, un genere minore per un attore minore. Ma è proprio merito di Heston se essa è diventata un genere maggiore, sia per investimenti, sia per ambizioni. Nel 1967, con guerra del Vietnam e questione razziale all'apice, l'attore - allora considerato progressista - gira Il pianeta delle scimmie di Franklin J. Schaeffner, tratto dal romanzo di Pierre Boulle. È un astronauta della Nasa, che atterra su un pianeta sconosciuto, dove le scimmie hanno preso il posto degli uomini e viceversa in seguito a un cataclisma: scoprirà che c'è stata una guerra nucleare e che il pianeta è la Terra. Costato poco, Il pianeta delle scimmie rende molto e genera seguiti. Heston si limita a L'altra faccia del pianeta delle scimmie di Ted Post, ma quel successo ne cambia l'immagine.
L'attore di western: Il giuramento dei Sioux di Marshall; Pony Express di Hopper; I due capitani e I violenti di Maté. L'attore di «sandaloni»: I dieci comandamenti, Ben Hur, La più grande storia mai raccontata di Stevens, All'ombra delle piramidi, dello stesso Heston, che fa Marc'Antonio, come anche in 23 pugnali per Cesare di Burge. L'attore di film storici - I bucanieri di Anthony Quinn; El Cid di Anthony Mann, accanto a Sophia Loren; Il principe guerriero, ancora di Schaeffner; Il tormento e l'estasi di Carol Reed, dove è Michelangelo; 55 giorni a Pechino di Nicholas Ray; Khartoum di Basil Dearden; I tre moschettieri e Milady di Richard Lester, dove è il cardinale Richelieu; Hamlet di Branagh - è ormai guida del tramonto dell'umanità, un tramonto con allusioni politiche. Heston è protagonista anche di 2022 - I sopravvissuti di Richard Fleischer (1973), che introduce nel genere l'ecologia.
Poi l'attore diventa icona: Heston è nel miglior film di John Carpenter, Il seme della follia (1994), unica sua esperienza nell'orrore; in Ogni maledetta domenica di Oliver Stone (1999) l'allenatore di football Al Pacino guarda in tv la corsa delle bighe di Ben Hur e subito dopo entra in scena l'Heston di mezzo secolo dopo! Nel 2001 Tim Burton lo vuole nel rifacimento del Pianeta, cioè Planet of Apes.
In sostanza, i generi non riusciti a Heston sono due, la commedia e il comico: i tardivi Amori in città... e tradimenti in campagna di Peter Chelsom e Fusi di testa 2 di Stephen Surijk aggiungono qualcosa al suo conto in banca, ma nulla al suo prestigio. Che però supera indenne l'oltraggio.
Passato dai democratici ai repubblicani con la presidenza Reagan, Heston diventa l'uomo immagine dell'associazione che vuol mantenere libera la vendita delle armi, in base a un principio che risale alla fondazione degli Stati Uniti: che ogni uomo libero può essere armato, come lo erano gli aristocratici nella vecchia Europa.

L'ancora sconosciuto Michael Moore finge di esser della stessa idea, ottiene da Heston un'intervista e la filma per Bowling a Columbine. L'ultima presenza di Heston in un film da Oscar è dunque frutto di un raggiro, ma per lui non è una macchia. Lo è per Moore.

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