Il cancello del condominio deve rimanere aperto, altrimenti si rischiano le minacce. Sì, perché al civico 8 di via Cavalcanti, a Milano, la sicurezza dei residenti è passata in secondo piano. E da anni. La moschea abusiva, invece, che sorge proprio nel seminterrato dello stabile, continua a funzionare liberamente e in modo strutturato: con un doppio turno per la preghiera, lavabi per i piedi, bodyguard all'ingresso per smistare il viavai, sembra non mancare proprio nulla (autorizzazioni a parte).
"Viviamo in un clima intimidatorio", racconta al Giornale.it un abitante del posto. "Uno di noi ha chiesto gentilmente che venisse chiuso il cancello all'ingresso e in cambio ha ricevuto delle minacce". Minacce non indifferenti se si considera che ora c'è un processo penale in corso. Ma questo non è bastato a smuovere le acque. La situazione rimane immutata. E così questo regno d'illegalità è diventato un punto di riferimento per la comunità musulmana della zona. "Ogni giorno c'è un viavai di gente. Il venerdì contiamo circa 600 persone mentre nei giorni di festività abbiamo avuto anche picchi di mille", raccontano gli abitanti esasperati. (GUARDA IL VIDEO)
Il locale, che oltre a moschea abusiva si trasforma di tanto in tanto in scuola coranica per bambini, è stato acquistato nel 2016 dal "Milan muslim center" ed è ancora censito nella categoria C/2 (deposito). Otto metri sotto il livello del suolo. Le vie di fuga? Inesistenti. "Come può essere garantita la sicurezza ai condomini e anche a queste persone?", si chiede Samuele Piscina, presidente del Municipio 2. "Il Comune di Milano vuole regolarizzare le moschee, ma intanto quelle abusive che creano problemi soprattutto in termini di sicurezza rimangono aperte", aggiunge. La moschea, inoltre, si trova proprio accanto alla caldaia dello stabile. "Abbiamo degli sconosciuti in casa. Se scoppia qualcosa finiamo tutti arrosto", si lamenta un condomino. Mentre un altro si chiede: "Se avessi avviato io una palestra illegalmente qui, mi avrebbero già fatto chiudere tutto. Perché a loro lasciano fare?".
Sul tema è intervenuta anche Silvia Sardone, consigliere regionale: "Durante la sua campagna elettorale nel 2016, l'allora candidato sindaco Beppe Sala promise ai cittadini di chiuderla non appena eletto. Sono passati gli anni e la moschea rimane lì". Inutili gli innumerevoli sforzi per mettere fine all'attività abusiva da parte dei residenti, che dal 2015 collezionano denunce, diffide, segnalazioni, verbali. "Noi condomini abbiamo avviato una serie di formalità verso la Pubblica Amministrazione e nel 2015 abbiamo fatto anche un esposto alla Procura su questo problema". Contati zero. E sul luogo si è fatto fotografare anche l'assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino. "È venuto qui almeno due volte, si è reso conto della gravità della situazione e poi non ha fatto nulla per cambiarla", si lamenta un altro residente.
Oltre ai rischi, poi, i danni. Che a quanto pare si sono già materializzati. Sì, perché oltre al problema sicurezza legato alla circolazione di sconosciuti e i possibili accessi alle aeree riservate del condominio, non c'è da sottovalutare il discorso sul valore dell'immobile. "È diventato impossibile vendere un appartamento qui e in zona a un prezzo decente", afferma Nino Strada, un ingegnere del civico 8.
Insomma, il Comune di Milano ha confermato a fine gennaio l'intenzione di aprire nuove moschee: verranno sanate le posizioni dei luoghi di culto di via Padova 366, via Maderna, via Gonin e via Quaranta. Intanto, però, si continua a chiudere un occhio su quelle abusive.
Sul tema si era espresso nell'estate del 2017 anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini: . "È un magazzino che viene adibito a luogo di culto, a moschea, a scuola. Ci dormono, ci mangiano, chissà che cosa ci fanno. E il Comune a guida Pd ovviamente se ne frega".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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