La mostra Ecco i pionieri del nuoto sportivo

La mostra Ecco i pionieri del nuoto sportivo

Un percorso tra preziosi libri che con parole e immagini suggestive illustrano la storia del nuoto moderno, a partire dal ’500 fino al primo ’900. È questo il filo conduttore della mostra «Il corpo e l’acqua. Il nuoto dall’arte allo sport attraverso i tesori della Biblioteca sportiva nazionale del Coni», che si tiene a Castel Sant’Angelo fino al 25 ottobre. Ma, per essere introdotti ad arte alle discipline del corpo, cosa c’è di meglio di un’anfora attica panatenaica? Manufatti di questo tipo venivano dati in premio ai vincitori delle gare atletiche che si svolgevano ad Atene durante le Panatenee, ovvero le feste in onore della dea Atena che si celebravano ogni quattro anni. L’anfora che introduce alla mostra risale al 515-505 a.C. ed è stata rinvenuta a Cerveteri. La riscoperta del corpo, che tanto affascinava gli antichi greci, avviene nel Cinquecento, attraverso la pratica di una serie di discipline sportive finalizzate al raggiungimento di un’educazione completa. Palestre e terme, scherma e lotta, equitazione e ginnastica sono presentate attraverso edizioni rare come i trattati sull’arte militare di Frontino, Vegezio, Eliano e Modesto, l’opera sulla lotta di Auerswald, splendidamente illustrata da Lucas Cranach il Vecchio, il trattato sulla ginnastica di Girolamo Mercuriale, il De ludis circensibus di Onofrio Panvinio, le opere sulla scherma di Camillo Agrippa e di Gerard Thibault. Il primo trattato moderno sul nuoto, scritto dall’umanista tedesco Nikolaus Wynmann nel 1538, raccomandava, per muoversi nell’acqua, di imitare gli animali. Il nuoto viene ancora collegato alla fisiologia animale in De motu animalium di Giovanni Borelli del 1685 fino a che le nozioni si ordinano in maniera sistematica come nel trattato L’uomo galleggiante dell’abate Oronzio De Bernardi, o in manuali come quelli di Nicolas Roger e Melchisedec Thévenot, o nella settecentesca Encyclopédie Méthodique. Ma ancora alla fine dell’800 la paura dell’acqua è molto radicata al punto che nei manuali in mostra spesso si raccomanda di imparare a nuotare all’asciutto o facendosi legare ad argani e persino «di non dimenticare l’obitorio nel costruire una scuola di nuoto».
L’ultima sezione espositiva è dedicata agli esordi della disciplina del nuoto in Italia dal 1885 fino alla I guerra mondiale, attraverso fotografie, giornali sportivi e documenti d’archivio, che testimoniano la nascita di associazioni di «rari nantes» e diverse iniziative sportive.

Particolarmente affascinanti sono le immagini che raffigurano il passaggio di nuotatori e barche vicino S. Pietro durante la «traversata di Roma» del 1926 o del mondo sportivo «fiumarolo» romano documentato dall’archivio fotografico di Giovanni Lanzi. Orario: 10-18,30; lunedì chiuso

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