Ennesimo cambiamento in corsa per il regolamento della Formula 1, dopo i vari casi avvenuti nei primi due gran premi della stagione 2023. La Fia ha infatti comunicato che, a partire dal prossimo appuntamento a Melbourne, i posti sulla griglia di partenza saranno allargati di 20 centimetri, arrivando a 2,70 metri, aggiungendo una linea verticale al centro per aiutare i piloti nell’allineamento prima della partenza. Non si tratta di una modifica definitiva ma di una prova, per valutare se sia veramente utile per evitare i problemi che erano costati cinque secondi di squalifica a Fernando Alonso ed Esteban Ocon. Ancora una volta, le autorità che dirigono il campionato più prestigioso delle quattro ruote scoperte decidono di non decidere, aumentando la confusione e le polemiche che circondano questa categoria.
Il caos regolamentare
Già dalle prove prima del debutto ci si era resi conto che la visibilità delle nuove F1 non era delle migliori e non era servito molto prima che questo problema causasse questioni disciplinari. In Bahrain e a Jeddah, il francese dell’Alpine e lo spagnolo dell’Aston Martin erano stati penalizzati di cinque secondi per aver sbagliato ad allinearsi al proprio posto in griglia prima della partenza. La cosa aveva fatto sollevare più di un sopracciglio, visto che i due piloti non avevano tratto alcun vantaggio da questo errore. Le cose per l’asturiano si erano poi complicate ulteriormente, tanto da costargli un’ulteriore penalità di dieci secondi mentre stava scontando la prima.
Secondo la Fia, infatti, i meccanici della scuderia britannica avevano violato la regola che prevede che nessuno possa toccare la monoposto durante la penalità. Questo aveva vanificato la gran corsa di Alonso, costretto a scivolare al quarto posto a favore dell’inglese della Mercedes George Russell. La decisione, ufficializzata a fine gara, aveva causato un ricorso da parte dell’Aston Martin. In realtà il meccanico aveva toccato la macchina di Alonso con un cric, mentre stava tornando nel box ed in passato altre squadre non erano state sanzionate, visto che si era trattato di un contatto casuale. Tre ore dopo la fine del Gran Premio, la Fia si era rimangiata tutto, restituendo a Fernando Alonso il suo centesimo podio in carriera.
Troppa approssimazione?
Il caso Alonso non è che l’ultimo in una categoria che certo non sta vivendo uno dei suoi momenti migliori. Nel solo GP dell’Arabia Saudita se ne sono viste di tutti i colori. Dalla Safety Car convocata in pista in attesa di evacuare la monoposto di Stroll parcheggiata proprio davanti all’ingresso dell’autogru alle tante questioni sollevate da questa o quella squadra, l’incertezza nelle gare di Formula 1 regna sovrana. Il problema dei problemi è un altro, però: tutte le regole del mondo non servono a niente se i criteri per la loro applicazione cambiano da gara a gara, senza alcuna certezza.
Come già visto a Jeddah nel 2021, per capire le motivazioni dietro a certe scelte dei direttori di gara servirebbe uno psicologo. La sensazione è quella che, specialmente quando si corre in paesi che hanno poca familiarità col mondo dei motori, a regnare sia l’approssimazione.
Fino a quando non si farà chiarezza una volta su tutte sui criteri di applicazione, la possibilità di avere decisioni incomprensibili e del tutto opinabili rimarrà un problema. Allargare i posti in griglia sembra l’ennesimo pannicello caldo di uno sport sempre più in crisi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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