La notizia è divampata come un incendio nella giornata del 1° febbraio: Lewis Hamilton sarà ufficialmente un pilota della Scuderia Ferrari a partire dal 2025. Choc nella F1, che dopo il torpore invernale riprende vita in modo frenetico. Le segreterie delle redazioni esplodono e la notizia colonizza tutto il globo, con gli appassionati della Rossa - e non solo - che fremono all'idea di ammirare il pilota più titolato di tutti i tempi a bordo della più iconica delle auto. Un binomio di una forza irresistibile e ciliegina sulla torta all'interno di una carriera straordinaria, per un driver speciale. Il tassello che mancava. Ci sono due strade, per un pilota di Formula 1, per diventare famoso: "vincere il titolo iridato ed essere pilota della Ferrari". Per Lewis, dopo un anno da trascorrere nel "purgatorio" Mercedes, ci sarà quella possibilità che Ayrton Senna (suo idolo d'infanzia) non ebbe per colpa di un destino beffardo.
L'esordio da record
Pensare che ne ha fatta di strada il pupillo di Ron Dennis. Quando si affacciò per la prima volta tra i box del Circus, nel lontano 2007, Lewis Hamilton venne etichettato quasi come un "raccomandato". L'allora team principal della McLaren diede fiducia cieca al giovane anglo-caraibico, contro il parere di molti, consapevole che dietro a quella figura di ragazzo timido e pulito, si nascondesse della stoffa pregiata, quella della migliore qualità. Il talento di Stevenage, classe 1985, non ci mise molto a far capire a tutti che lui non aveva bisogno di spintarelle. All'esordio assoluto in F1 piazza la sua McLaren-Mercedes sul podio, sul gradino più basso, in quel GP di Melbourne che vide trionfare Kimi Raikkonen sulla Ferrari, anche lui al debutto sulla Rossa.
In quella pazza annata, Lewis ebbe un mastino mica male come compagno di squadra, quel Fernando Alonso sbarcato a Woking da bi-campione del mondo. Gli esperti, a inizio anno, attribuirono a Hamilton il ruolo di seconda guida. Non fu così. Il britannico tenne testa alla pressione, non si fece intimorire dal più titolato vicino di box, e si mise a filare come un demonio. Dopo cinque podi consecutivi, alla sesta gara della carriera fu già tempo per la prima vittoria, ottenuta sotto al traguardo di Montreal, in Canada. Exploit ripetuto al GP seguente, quello degli Stati Uniti. Mai nessun esordiente aveva ottenuto i suoi risultati. Fu l'inizio di una grande favola sportiva, anche se l'epilogo di quel primo straordinario campionato lascerà l'amaro in bocca a Lewis, che accarezzerà il titolo fino all'ultima gara, perso per un solo punto di svantaggio nei confronti di Kimi Raikkonen. Fatale, soprattutto, l'errore in Cina e l'ancoraggio della sua McLaren nella sabbia.
Dal primo titolo all'approdo in Mercedes
Lewis Hamilton ebbe modo di rifarsi subito, già nella stagione seguente. Finalmente capitano dell'ambiziosa McLaren-Mercedes, dopo la rottura inevitabile con Fernando Alonso, non fu affatto un macigno mantenere sulle giovani spalle la prestigiosa investitura, tanto che riuscì a laurearsi campione del mondo all'età di 23 anni, anche con un pizzico di fortuna. Scavalcando Timo Glock all'ultima curva del GP del Brasile 2008, capitolo finale di un'annata tiratissima, Hamilton riuscì a sfilare dalle mani di Felipe Massa il titolo iridato, con i parenti del brasiliano che già stavano festeggiando all'interno del box della Ferrari. Per i ferraristi Lewis divenne un incubo, un rivale con il quale misurarsi anno dopo anno.
La vera svolta nella carriera di Hamilton avvenne nel 2013, quando salutò il team che lo aveva cullato fin dagli esordi, per sbarcare nella rinnovata Mercedes, orfana di Michael Schumacher appena ritiratosi. Dopo un anno di apprendistato, nel 2014 la F1 introdusse una grande novità: i motori ibridi. Ai nastri di partenza la scuderia guidata da Toto Wolff si mise in prima fila e da lì nessuno l'ha più scalzata. Otto titoli costruttori consecutivi (2014-2021) e sette piloti, sei dei quali conquistati proprio da Lewis. L'unica eccezione quel 2016, con il quale perse lo scontro "fratricida" con il compagno di team, Nico Rosberg. Il tedesco, cresciuto insieme al britannico fin dai tempi dei kart, diede ogni risorsa possibile per sconfiggere l'avversario di sempre. Dopo esserci riuscito, tra l'altro con merito, appese il casco al chiodo. Da quella sconfitta Hamilton divenne ancora più solido, forte e concentrato, una vera macchina da guerra.
Una lunga serie di titoli
Nel dominio di Mercedes Hamilton è sempre stato il valore aggiunto. Un totem a cui aggrapparsi specialmente con il suo "Hammer Time", quel momento in cui l'inglese dietro alla visiera mostra gli occhi della concentrazione dando fondo a tutte le risorse, per fare la pole position o guadagnare terreno sugli avversari. A proposito, Hamilton detiene il record di pole postion, ben 104, delle quali 78 sono arrivate indossando i colori della Stelle a tre punte. Solo per capire, il secondo in classifica è Schumacher, fermo a quota 68. Fu una grande emozione superare il tedesco in questa graduatoria (a Monza nel 2017), che non è neppure l'unica nella quale l'inglese ha messo la freccia. Sembrava impossibile battere le 91 vittorie di Schumi, eppure Hamilton ci è riuscito nell'anno segnato dal covid, il 2020, sull'inedito tracciato di Portimao, in Portogallo, precedendo il fido scuderio Valtteri Bottas. Il contatore si è fermato improvvisamente a 103, con l'ultimo acuto in Arabia Saudita nel 2021.
Hamilton pronto a una nuova sfida
La carriera di Hamilton subisce un duro colpo ad Abu Dhabi, nel 2021. Perdere l'ottavo titolo con quella gara beffa, favorendo l'ascesa di Max Verstappen, aveva messo in ginocchio il campione, diventanto nel frattempo baronetto di Sua Maestà. Dopo due anni di sofferenze, con zero vittorie e troppe remate nelle retrovie, Hamilton sembra oggi aver ritrovato lo smalto dei giorni migliori e l'entusiasmo non manca. Arriverà in Ferrari alla soglia dei quarant'anni, un'età matura ma che non ha impedito a tanti piloti del passato di raccogliere grandi trionfi. Enzo Ferrari diceva che ogni figlio toglie al padre mezzo secondo al giro. Hamilton, una famiglia non l'ha ancora costruita. Prima ci sono altri trionfi da raccogliere. La sfida è riportare il titolo piloti a Maranello, cosa che non succede dal 2007, proprio quando Raikkonen lo strappò a Lewis.
E poi, c'è da superare Schumacher nel numero di campionati del mondo, magari indossando la stessa tuta rossa che ha reso il Kaiser una leggenda. La stessa che Hamilton avrà nel 2025. Un destino che sembra interecciarsi perfettamente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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