Alain Prost attacca Netflix: "Ad Ayrton Senna la serie non sarebbe piaciuta"

Il pilota francese ha duramente criticato la serie tv su Senna: "È una finzione. Sembra che non esista più sensibilità, perché si cerca di commercializzare ogni cosa"

Da Wikipedia
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Alain Prost non ci sta e attacca Netflix. Al quattro volte campione di F1 ed eterno rivale di Ayrton Senna, non è piaciuta la serie tv dedicata al pilota brasiliano pubblicata a fine novembre sulla piattaforma di streaming online. Al termine del Gran Premio di Abu Dhabi, Carlo Vanzini ha intervistato Prost assieme alla redazione di Sky Sport F1. Tra le varie domande sulla gara, il telecronista gli ha chiesto una opinione in merito alla serie tv.

La risposta del pilota francese è stata piuttosto irritata: "Mi dà molto fastidio che si senta la necessità di cambiare la storia, quando qualcuno non è più in vita. Quella di Ayrton Senna è una grande storia e non c’è alcuna necessità di raccontare cose non vere. Nemmeno ad Ayrton sarebbe piaciuto tutto ciò: questa serie è una finzione. Sembra che non esista più sensibilità, perché si cerca di commercializzare ogni cosa. Non mi piace per niente che questo si faccia con il nome Senna". Un giudizio piuttosto controccorrente viste le recensioni sostanzialmente positive e l'entusiasmo che la serie tv sulla leggenda brasiliana ha suscitato in tutti gli appassionati delle quattro ruote. Evidentemente secondo Prost alcuni episodi narrati (forse quelli che si soffermano su di lui?) non rifletterebbero la realtà. E aggiunge che il tentativo di spettacolarizzare la vita di Senna sia sbagliato. Possibile sia vero, ma di fatto è il rischio che si corre ogni volta che si prova a romanzare la storia di un mito.

Due campioni molto diversi per come interpretavano la vita e lo sport. La complessità di Ayrton contro la furbizia di Alain. La velocità assoluta del brasiliano contro i calcoli perfetti del francese. Senna era verace e senza filtri, sempre pronto a combattere per le ingiustizie e tendere una mano verso gli ultimi, Prost era un fine conoscitore delle dinamiche del mondo e sapeva benissimo come la politica influenzasse tutto, anche lo sport, soprattutto la F1. Qualcuno ha provato a metterli nella stessa squadra alla McLaren, ma ha dovuto lasciar perdere perché i due sono arrivati a non rivolgersi più la parola e a mancarsi di rispetto in gara e fuori. Ma è proprio questa rivalità che li ha spinti a superare i propri limiti.

Celebre, nel 1989, è l'incidente avvenuto durante il Gran premio del Giappone. Prost guida il Mondiale, Senna insegue. I due lottano aspramente fino a quando - in un tentativo del francese di resistere a un sorpasso - le due McLaren si agganciano ed escono di pista. Senna riparte ma viene squalificato, Prost vince il Mondiale. Senna medita la vendetta che si consuma un anno dopo. Sempre in Giappone. Nel 1990 Prost passa alla Ferrari, ma la rivalità non cala d'intensità. Questa volta è Senna, in testa al Mondiale, che sperona Prost e diventa campione del mondo. La Ferrari lo accusa di averlo fatto di proposito ma per Ayrton giustizia è fatta.

Si sono odiati e ostacolati, hanno suscitato polemiche e rancori, ma alla fine, quando Prost si è ritirato, Senna continuava a

cercarlo perché senza quella rivalità si sentiva vuoto. D'altronde per Ayrton il francese era l'unico avversario capace di tenergli testa. Senna e Prost, Prost e Senna. Sempre loro due. Stavolta non conta l'ordine d'arrivo.

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