Mozart, De André e danza classica Un cocktail buono per tutti i gusti

Il conduttore alterna la lirica, il rock d'autore, il cinema alle esibizioni dei tredici big rimasti in lizza. L'étoile dell'Opera di Parigi incanta il pubblico

Mozart, De André e danza classica 
Un cocktail buono per tutti i gusti

Sanremo - Se martedì è toccato alla voce di Mina che intonava «Nessun dorma» di Puccini inaugurare il Festival delle canzonette in uno stridente contrasto, ieri Bonolis ha azzardato ancor più. Ad aprire la seconda serata ha voluto, mai successo nella storia della kermesse, scene del film «Amadeus» di Milos Forman, inframmezzate da un coro dal vivo di voci polifoniche. Dunque, una di quelle belle macedonie di arti e gusti diversi che tanto piacciono al presentatore e che fanno da leit-motiv di tutto il suo Sanremo.

E infatti il Coro Jubilate, diretto da Paolo Alli, si è esibito in un medley che partendo dal «Confutatis», uno dei brani del Requiem di Mozart, si è fuso con Another Brick in the Wall dei Pink Floyd. Uno scenografico gioco di suoni e immagini che ha lasciata stupita la platea, comunque ormai pronta alle sorprese – mai eccessive – di Bonolis che rendono pulito, divertente, e piacevole da seguire questo Festival. Unico neo la lunghezza, quella sì eccessiva.

Comunque nel mix delle declinazioni artistiche, ieri è stata la volta del settore della danza, rappresentata dalla grazia e dalla simpatia di Eleonora Abbagnato, l’étoile dell’Opera di Parigi. Che ha accennato un valzer usando il presentatore come sbarra. Insomma, bravura e ironia, niente a che vedere con la timida e impacciata Alessia Piovan che martedì sera ha infilato una papera dietro l’altra. Pure più bello del suo predecessore (ce ne è uno a sera), il modello che ha ammaliato con i suoi occhi blu le signore dell’Ariston: si chiama Nir Lavi, è israeliano e merita veramente le copertine.

Ma il momento più magico e finora più bello del Festival è arrivato con l’omaggio della Pfm e dei due belli del cinema italiano, Stefano Accorsi (non proprio all’altezza) e Claudio Santamaria (bravissimo) a Fabrizio De André nel giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni. Il gruppo ha scatenato l’Ariston con Bocca di Rosa e Il pescatore in versione progressive. Momenti di spettacolo che hanno inframmezzato i brani riproposti dai big in gara, rimasti in tredici dopo l’eliminazione martedì di Afterhours, Tricarico e di Iva Zanicchi. Uscita di scena, quest’ultima, che ha sollevato molte polemiche. Lei canta l’amore senza sesso anche in tarda età e si è offesa per la forte ironia che ne ha fatto Benigni la prima serata.

Tra i tredici in gara, Renga ha cercato di porre rimedio alla performance non perfettamente riuscita dell’altra sera dell’Uomo senza età. Così come ci ha riprovato Alexia, con la canzone Biancaneve e Patty Pravo in versione parisienne non troppo convinta. E poi si sono susseguiti Povia con il Luca non più gay, Tricarico con il tormentone «cane canissimo» e «furbo furbissimo», Marco Masini superqualunquista e il tradizionalissimo Fausto Leali. Eliminati dalla giuria Al Bano, Nicky Nicolai e Stefano Di Battista con il brano (molto apprezzato dalla critica) di Jovanotti e Sal Da Vinci.

Ma in gara ci dovrebbe entrare anche Luca Laurenti che se mostra di non riuscire a mettere insieme due neuroni, infila invece il ritornello di New York, New York a meraviglia. E appassiona quando rilegge la scenetta inventata al Senso della vita insieme a Bonolis dei cinque motivi per... cantare. Il momento di poesia è arrivato con l’attore Alessandro Haber che ha letto un brano scritto per il Festival da Paolo Giordano, lo scrittore notissimo per il suo La solitudine dei numeri primi.

In chiusura le nuove proposte: Silvia Aprile, Karima, Arisa e Chiara Canzian, figlia di uno dei Pooh.

E ancora Iskra, dalla voce incredibile, Barbara Gilbo. Sempre relegate all’ultimo, avranno il loro momento d’oro questa sera quando saranno accompagnate nella loro performance da big del calibro di Burt Bacharach, Riccardo Cocciante e Pino Daniele.

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