Milano si conferma capitale delle multe, con oltre 151,5 milioni già incassati per le contravvenzioni del 2022 stacca Roma (seconda sul podio) per quasi venti milioni e batte le principali venti città italiane. Il Codacons ha messi a confronto i dati emersi dalla rendicontazione ufficiale che i Comuni a partire dal 2020 devono fornire al governo entro il 31 maggio di ogni anno. Cifre che si riferiscono a quanto entro la metà dell'anno l'amministrazione ha già realmente incamerato, perchè per quanto riguarda Milano la quota totale nel bilancio consuntivo ammonta a 217,5 milioni. Mancano ancora all'appello 66 milioni e si può cominciare a ipotizzare che diventeranno crediti di dubbia esigibilità o da «stanare» con le cartelle esattoriali. Per i proventi da autovelox la regina è Firenze, con un incasso pari a 23,2 milioni, Milano è «solo» seconda con 12,9 milioni. Si distinguano le due voci nella documentazione inviata al Ministero perchè il Codice della strada prevede che gli enti locali debbano usare per interventi per la sicurezza stradale due quote vincolate dei proventi delle multe: tutti i proventi delle sanzioni per violazioni dei limiti di velocità (autovelox e altri sistemi di rilevamento) e il 50% delle multe delle multe per tutte le altre violazioni, di cui almeno il 25% a interventi sulla segnaletica, almeno il 25% per il potenziamento delle attività di controllo e accertamento delle violazioni e la restante parte ad altre finalità come manutenzione strade, opere a tutela degli utenti vulnerabili, corsi didattici nelle scuole, misure di assistenza e di previdenza per il personale, misure a favore della mobilità ciclistica. Il Comune deve stanziare quindi complessivamente su queste voci 82,2 milioni. E dato il macro incasso, può reinvestire immediatamente 17,3 milioni per stangare ancora di più, è la cifra alla voce potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni, anche attraverso l'acquisto di automezzi e attrezzature ei propri Corpi di polizia». Altri 5,8 milioni servono a rinnovare il contratto di servizio con gli ausiliari della sosta. Tra gli (altri) utilizzi previsti: 17,3 milioni per la sostituzione o potenziamento della segnaletica stradale, circa 4,8 milioni per la gestione centrale di controllo del traffico, 34,6 milioni per la manutenzione delle atrade e riduzione delle barriere, 69.255 euro per la convenzione «Nonni Amici», 15 milioni per l'illuminazione pubblica. Il Comune quest'anno può reinvestire una quota delle multe (circa 37 milioni) per far fronte ai rincari energetici. Nel 2021 il Comune aveva iscritto a consuntivo 140 milioni e l'incassato rendicontato a metà 2022 è stato di 102,6 milioni (in linea, 12,9 milioni, il dato degli autovelox). Cifre più basse ma ancora condizionate dall'effetto pandemia. Nel 2019, prima del Covid, a consuntivo c'erano 246 milioni di multe. E per il 2023 nel bilancio di previsione la giunta ha fatto una stima ancora più ottimista per le casse comunali: 251 milioni.
«Non sapendo come riempire i buchi di bilancio il Comune di Milano aumenta ancora le multe - attacca il capogruppo della Lega Alessandro Verri -. Milano è la città italiana con i proventi più alti, usa la polizia locale come esattrice invece di potenziare la sicurezza in città». Anche la commissaria cittadina della Lega Silvia Sardone ribadisce che «oltre a essere la capitale italiana dei reati Milano è anche capitale delle multe. I cittadini che hanno la colpa di possedere una macchina sono usati come bancomat. Solo dagli autovelox, piazzati anche su strade ad alto scorrimento con limiti ridicoli, sono stati incassati 12,9 milioni. A fronte di queste entrate non riscontriamo alcun miglioramento nella manutenzione delle strade e delle piazze».
Questi dati secondo il deputato FdI Riccardo De Corato sono «l'ennesima conferma di quanto affermo da tempo, e cioè che i vigili in città servono solo ed esclusivamente a fare multe e tassare gli automobilisti. Invece di concentrarsi sulla sicurezza il centrosinistra pensa solo a fare cassa».
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