Il Museo di Cleveland fa più ricco il patrimonio culturale italiano

Tra i 14 pezzi tornati in Italia anche un vaso corinzio del VI secolo a.C. e una croce gotica in rame. «Ora - annuncia il ministro Bondi - questi tesori torneranno nei luoghi di origine insieme a tanti altri capolavori che non è giusto nascondere negli scantinati dei grandi musei»

Il Museo di Cleveland fa più ricco il patrimonio culturale italiano

Il pezzo più bello è un capolavoro dell'arte gotica, una croce processionale in rame dorato eseguita in ambito senese nel secolo XIV che era stata rubata qualche decennio fa dalla chiesa di un paesino toscano. Il pezzo più antico altrettanto importante, è un arciere in bronzo testimone dell'arte nuragica di un'epoca compresa tra il 900 e il 700 avanti Cristo. Ma sono quattordici, tutti di altissima qualità i reperti archeologici restituiti dal Cleveland Museum of Arts in base a un accordo firmato lo scorso autunno con il governo italiano. «Credo che questo accordo - ha commentato il ministro Bondi, presentando i tesori restituiti nel salone dell'Avvocatura generale dello Stato a Roma - sia una delle manifestazioni più alte della politica culturale del ministero, che mira a proseguire l'obiettivo del recupero dei beni illecitamente fuoriusciti dal nostro Paese non solo e non più con le armi della repressione, ma anche con strumenti della diplomazia e della collaborazione in campo culturale». Come a dire «meglio con le buone che con le cattive (maniere). Presentando i tesori ritrovati alla stampa Bondi si congratula con i carabinieri, la magistratura, i funzionari del ministero. E sottolinea: «ho proseguito il lavoro dei miei predecessori, Veltroni, Urbani, Buttiglione e Rutelli. C'è stata una continuità nella politica del ministero che spero possa essere da esempio per tutta la politica». Ci sono questioni, sottolinea poi il ministro, per cui «ci deve essere continuità. Il riferimento, spiega poi a margine, è «in senso generale al fatto che sarebbe una buona cosa se questo Paese a ogni cambiamento di governo non cambiasse le leggi fondamentali dello Stato». I 14 pezzi restituiti dal museo americano, assicura il ministro, torneranno ora nei loro luoghi d'origine e il lavoro del governo italiano come capofila nella lotta al traffico illecito di opere d'arte, sottolinea Bondi, continua. Di particolare pregio il già citato bronzetto nuragico proveniente dalla Sardegna, un'opera di eccezionale rarità che raffigura un guerriero provvisto di arco. Un altro notevole reperto è un vaso corinzio della metà del VI secolo a.C. raffigurante dei guerrieri - rappresentazione tipica del mondo aristocratico - e una scena pastorale. Molto interessante anche un rhyton a testa di mulo, animale del corteo dionisiaco, e un vaso-biberon a forma di maialino, prodotto in Sicilia.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha sottolineato, a margine della presentazione, il ruolo decisivo svolto dall'Avvocatura generale dello Stato: «L'Avvocatura è stata fondamentale perché ha saputo impostare in maniera giuridicamente valida la richiesta di restituzione, così come è stato cruciale il lavoro dei carabinieri che hanno saputo individuare i luoghi e le provenienze mettendo l'Avvocatura in condizione di rivendicare ciò che ci è stato finalmente restituito». A margine della presentazione, il ministro ha poi annunciato che esaminerà con i direttori dei grandi musei italiani la possibilità di restituire ai rispettivi territori di provenienza quelle opere che sono conservate negli scantinati dei musei: «Ci sono centinaia di migliaia di opere negli scantinati dei grandi musei italiani che potrebbero essere restituire, almeno temporaneamente, ai comuni e alle città di provenienza».


Tra le prossime restituzioni quella spontanea di un museo del Michigan che rimanderà all'Aquila due tavole che raccontano il ciclo della vita di Sant'Eustachio. Mentre proseguono le trattative anche con altri museo del mondo, in prima fila quella con il danese Carlsberg.

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