Andrea Pazienza, uno tra i più talentuosi e amati protagonisti del fumetto italiano, avrà il suo museo. La notizia, nell'aria già da un po', è stata finalmente ufficializzata: si chiamerà Clap Museum, Comics Lab Art Pescara, e verrà inaugurato domenica 8 dicembre alla presenza delle autorità locali e del sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi. Ospite d'eccezione Tanino Liberatore, artista abruzzese che di Pazienza fu amico e sodale, al quale è dedicata una mostra di oltre cento opere originali dal titolo Di corpi e frammenti. Liberatore donerà al Clap una scultura realizzata con tecnologia 3D del suo personaggio più famoso, Ranxerox.
Il museo occupa uno stabile disposto su quattro livelli acquistato e riqualificato dalla Fondazione Pescarabruzzo, che ha fortemente sostenuto il progetto investendo tre milioni di euro nell'operazione. Pescara si dota così di un moderno polo espositivo e laboratoriale dedicato al fumetto e alla cultura giovanile. La collezione Pazienza si preannuncia notevole: più di trecento originali in esposizione permanente a ripercorrere la carriera dello straordinario fumettista che con la città abruzzese ebbe un legame speciale. Frequentò infatti il liceo artistico cittadino e il Laboratorio Comune d'Arte Convergenze, all'epoca vero e proprio punto di riferimento culturale e artistico.
Per assecondare il talento naturale di Andrea, i genitori acconsentono che si trasferisca, appena tredicenne, da San Severo a Pescara, per frequentare l'Istituto Giuseppe Misticoni, liceo artistico all'avanguardia. Alloggia in un collegio di Gesuiti dove stringe amicizia con un altro giovane predestinato al fumetto: Tanino Liberatore, appunto. Una decina di anni più tardi è proprio Pazienza a introdurre Liberatore nella redazione della rivista Cannibale. I due finiscono per disegnare a quattro mani la prima avventura di Ranxerox, personaggio creato da Stefano Tamburini. Sarà poi Liberatore a delinearne l'aspetto grafico definitivo e a realizzare le successive storie in coppia con Tamburini.
Pazienza al liceo entra nelle grazie degli insegnanti Sandro Visca e Albano Paolinelli, che ne assecondano la crescita artistica e lo accudiscono come un figlio, invitandolo spesso a cena e sorvolando sulle caricature dissacranti che il giovane fa del corpo docenti e dei compagni di studi. Un centinaio di esse, dove Visca è ritratto in situazioni imbarazzanti o è protagonista di fumetti al limite dell'assurdo quali Visk8 il poliziotto e Don Viskotte della Mancia, sono state donate dall'insegnante al museo.
Pazienza viene quindi introdotto nella galleria Nuova Dimensione e poi nel Laboratorio Convergenze, fondato da un gruppo di pittori (tra cui gli stessi Visca e Paolinelli) sotto l'egida del gallerista Peppino d'Emilio. Qui il talento del giovane si palesa appieno, tanto che diventa uno dei soci di Convergenze e i suoi quadri vengono esposti in numerose mostre tra Marche e Abruzzo, vincendo premi. Nove di queste opere sono in prestito provvisorio al Claps. Sono tele di grande formato, realizzate a pennarello: il tempo ne ha sbiadito i colori ma non il fascino. È un Pazienza debordante e citazionista, vi sono rimandi alla pop art e alla grafica pubblicitaria, al dadaismo e a Rembrandt, a Disney e a Duchamp. «Prima di fare fumetti dipingevo quadri di denuncia. Erano tempi nei quali non potevo prescindere dal fare questo. Ma i miei quadri venivano comprati da farmacisti che li mettevano in camera da letto.
Il fatto che il quadro continuasse a pulsare in quell'ambiente mi sembrava, oltre che una contraddizione, anche un limite enorme. Da qui il mio desiderio di fare fumetti», ebbe a dire Pazienza in un'intervista. Nel 1974, dopo il diploma, Pazienza si trasferisce a Bologna per iscriversi al Dams. Cambiando per sempre la storia del fumetto italiano.
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