Musica e società, dalla poesia del canto al merchandising

Da Modugno a «X Factor», così è cambiato il modo di fare, vendere e consumare musica. Strategie per la comunicazione di massa sevendosi delle note

Cinquantacinque anni di musica in Italia. Cinquantacinque anni in cui le note si sono intessute e intrecciate con la storia del nostro Paese, ne hanno cambiato le forme. Perfino i connotati. Certo i mille modi e le infinite maniere di farne uso. Oltre mezzo secolo di un cambiamento che dalle forme di Domenico Modugno si è passati a «X Factor». Un programma simbolo. Più di «Amici» perché, a differenza di quest'ultimo, dedicato esclusivamente alla musica.
E sta proprio in questi due estremi il confine entro il quale si sono mossi Edoardo Tabasso e Marco Bracci, due sociologi della comunicazione all'università di Firenze. «Da Modugno a X Factor» (Carocci, pp. 169, 19 euro) è un profilo della società italiana dal dopoguerra a oggi in rapporto alla musica che la ha caratterizzata nel corso degli anni. Non solo quindi strumento di spettacolo ma anche di comunicazione di massa. Analisi di una colonna sonora che ha accompagnato la crescita dell'Italia dagli anni Cinquanta attraverso il boom economico per poi approdare al Sessantotto e alla conversione degli anni Settanta prima di arrivare ai giorni nostri, all'era di Madonna e Michael Jackson.
Gli interpreti tuttavia non sono solo italiani anche se il trend è in crescita e nelle ultime classifiche dei dischi più venduti fra le prime dieci posizioni spiccavano solo due voci straniere. Il resto è fatto di Eros Ramazzotti e Laura Pausini, Vasco e Ligabue, fino ad Alessandra Amoroso, talento giovane uscito da «Amici 2009». Testimonianza di un gusto e di un sapore che va guardando a casa nostra come a una vetrina importante. In questa prospettiva acquisisce importanza l'esperienza straniera che aveva stravolto le posizioni negli anni Sessanta quando erano i Beatles a monopolizzare mercato e ascolti, mode e tendenze. Prima di cedere il testimone alla dolce vita dopo il boom, quella che abitava al Bandiera gialla e al Piper tra GigiRizzi e BB. Storia di un'Italia che a fine luglio chiudeva per ferie e legava sul portapacchi della Cinquecento le valige con l'elastico.
Storia di un'Italia godereccia che ha lasciato il testimone al canto libero di Battisti che l'ha sedotta e mai abbandonata. Di un'Italia che è stata capace di cantare anche negli anni di piombo. Di un'Italia che è approdata al valore commerciale del pentagramma e ora viaggia con una sorta di pendolarismo tra Rtl e Mtv. Nel nuovo millennio fatto di sigle che celebra la nascita di nuove figure come il veejay. Dove è anche musica da vedere, Dove i clip accompagnano il canto.

E dove la popular music è sempre più popular. E il nemico si chiama pirateria. Download fantasma. Internet, insomma. Il medium più nuovo. Una comunicazione più allargata. Maglie che sembrano sfilacciarsi. Prospettive da XXI secolo.

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