Iva Zanicchi ora si mette a fare il giudice in un talent?
«Ma no, a Io canto Generation sono una caposquadra. Né giudice né tantomeno coach, che non sono capace di fare».
Quindi?
«Duetterò con i concorrenti della mia squadra».
In quali canzoni?
«Ah per me va bene tutto, io mi adatto a cantare anche le canzoni di oggi. Qualcuno sceglierà di interpretare con me Zingara e io mi dovrò confrontare con Mon Amour di Annalisa».
A gennaio Iva Zanicchi compirà 84 anni e da domani per sei settimane sarà in prima serata su Canale 5 in Io canto Generation. Gerry Scotti conduce: «È il presentatore più amato, è uno stakanovista e ama la musica in modo feroce. Sa che canta Zucchero da dio?». Nello show, Zanicchi è la caposquadra di quattro ragazzi compresi tra i 10 e i 15 anni mentre gli altri capisquadra saranno Fausto Leali, Anna Tatangelo, Mietta, Cristina Scuccia e Benedetta Caretta. In giuria invece si siedono Orietta Berti, Al Bano, Michelle Hunziker e Claudio Amendola. Io canto Generation torna dopo dieci anni e il mondo della musica nel frattempo è cambiato non tanto, tantissimo. Praticamente dieci anni luce. Perciò non è campata per aria l'idea di mettere a confronto due generazioni, quella dei caposquadra e quella dei concorrenti, così da coprire simbolicamente tutto l'arco anagrafico della musica leggera. Alla fine, chi vince potrà registrare una cover grazie al contributo di R101, la radio ufficiale del programma che, con Chiara Tortorella, partecipa anche alle votazioni. Insomma, un gioco. Ma un gioco che può cambiare il futuro dei concorrenti. «Sono tutti carinissimi».
Però non è diventata giudice.
«Ah, non è mica facile giudicare, sa?».
Al di là del talento, che cosa devono avere i concorrenti?
«Diciamo che l'educazione e il rispetto sono valori aggiunti».
Specialmente oggi.
«Beh diciamo che, specialmente dopo il Covid, la gente si è incattivita e la cronaca nera parla chiaro. E naturalmente tutto si ripercuote sui più giovani».
La famiglia talvolta è assente.
«I genitori cadono nell'errore di pensare cose del tipo vabbè, adesso sono bambini, poi cresceranno. Ennò, bisogna insegnare e trasmettere i valori».
Spesso è la scuola l'anello debole.
«La scuola lasciamola perdere. Capita che, se un insegnante riprende l'allievo, poi è la mamma che va a protestare».
Come andava quando a scuola c'era lei, Iva?
«Sa quante bacchettate sulle mani e sulle gambe mi sono presa? Dei lividi... Poi quando andavo a casa e mia mamma li vedeva, me le dava pure lei perché, se la maestra mi aveva punito, comunque avevo torto».
Poi andava all'oratorio e ascoltava musica.
«Erano luoghi di incontro che oggi hanno perso la loro rilevanza. Anche la Chiesa ha molte responsabilità, forse non è stata in grado di attirare le nuove generazioni».
A proposito di generazioni, in giuria a Io Canto Generation c'è Orietta Berti.
«Abbiamo cominciato praticamente insieme, io e Orietta. Siamo partite dallo stesso concorsino musicale di Reggio Emilia, il Disco d'Oro. C'era lei, c'era Ornella Vanoni, c'ero io e c'era pure Gianni Morandi che però era fuori gara perché troppo giovane. Era venuto a Reggio accompagnato dalla maestra di canto. E poi cantò un brano di Modugno, se mi ricordo bene».
Lei lo chiama concorsino ma c'era il futuro della canzone italiana. Orietta Berti esplose qualche anno dopo.
«E ultimamente, dopo Mille con Fedez e Achille Lauro, non ha sbagliato nulla e non credo si fermerà».
E lei non ha mai pensato di fare un duetto, un «feat» come si dice ora?
«L'idea non mi ha mai attirato molto e poi sono molto pigra».
Ormai la Zanicchi non fa più politica attiva.
«Ma seguo tutto».
Meloni?
«Ho stima e simpatia per lei, sapevo che le avrebbero reso la vita molto difficile. Ma, e parlo anche per esperienza personale, siamo abituate alle offese che non c'entrano nulla. Lei è donna ed è capace, si sta comportando benissimo anche all'estero. Avrà vita dura anche perché sminuiranno ogni suo successo».
Tante donne offendono Giorgia Meloni e pochi si indignano.
«Ma è facile intuire perché tante artiste donne hanno paura a difendere la Meloni».
Anche dopo l'«affaire Giambruno».
«Non è facile capire oggi che cosa capita dentro il cuore di questa donna. E mi dispiace che non abbia la solidarietà delle donne di sinistra. Io comunque la difendo e andrei a farlo anche in tv».
Hanno scritto che Iva Zanicchi potrebbe condurre il Festival di Sanremo.
«No di certo».
Allora torna in gara.
«Mai più».
Magari le daranno
un premio alla carriera.«Mi piacerebbe. In fondo sono sessant'anni... Ma lo faranno quando sarò morta. Adesso sono troppo viva, sono in piena attività, non ci pensano proprio a darmi un premio alla carriera».
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