La radio vince la "prova Papa"

Al di là di Radio Rai, che è partita forse sottotono ma poi ha mostrato di essere davvero la radio pubblica, gli altri network hanno un'altra volta dimostrato che nessun media è più social della radio

La radio vince la "prova Papa"
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Più presente di così. A conti fatti, la radio ha seguito la «settimana papale» in modo capillare in ogni sua fase, dalla morte di Francesco fino alle lunghissime dirette dei funerali. È stata una dimostrazione della centralità di questo media e anche un termine di paragone importante. Mentre la televisione annacquava, dilatava, talvolta snaturava il racconto con le immagini, inciampando spesso nel folclore superfluo, la radio ha tenuto la barra dritta sulla natura dell'evento senza perdere mai l'obiettivo di trasportare nelle case o sulle auto degli ascoltatori il «sentiment» di uno dei momenti più decisivi degli ultimi anni. E lo ha fatto, spesso, senza brigate di giornalisti o di inviati, ma semplicemente con la passione e lo slancio degli speaker e con il garbo che è nella natura stessa di questo media. Anche la programmazione musicale si è spesso adattata alla circostanza, eliminando i brani più beceri e preferendo una playlist più moderata e rispettosa del momento.

Al di là di Radio Rai, che è partita forse sottotono ma poi ha mostrato di essere davvero la radio pubblica, gli altri network hanno un'altra volta dimostrato che nessun media è più social della radio, sia per velocità che per capillarità di informazione (Rtl 102.5 è stata davvero tempestiva e completa). Alla fine, per «trasmettere» davvero il dolore della morte del Pontefice la radio è stata più efficace e intensa della tv.

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