Napoli, De Magistris si candida con lista civica Sgarbo a Bersani, il Pd: "Un diktat che lacera"

Scioglie le riserve e mette il Pd con le spalle al muro. Dopo il pantano delle primarie, l'ex pm si candida alle comunali e invita i democratici a convergere su di lui. Ma la coalizione vacilla. Orlando chiude subito: "Non sarebbe una convergenza ma un diktat che il Pd dovrebbe subire"

Napoli, De Magistris si candida con lista civica 
Sgarbo a Bersani, il Pd: "Un diktat che lacera"

Napoli - Luigi De Magistris scioglie le riserve e si candida a sindaco di Napoli con una lista civica. Una scelta che rischia di lacerare definitivamente la coalizione di centrosinistra. La scelta dell'ex pm mette con le spalle al muro un Pd già diviso. Così, dopo il pantano delle primarie a Napoli dalle quali i democratici sono usciti più a pezzi di prima, l'esponente dell'Idv sferra il colpo decisivo. "E' venuta una grande sollecitazione - spiega De Magistris - affinché potessi rappresentare una sorta di uscita di emergenza democratica". Quel che è certo è che l'asse tra il partito di Di Pietro e Bersani si sta sgretolando.

A Napoli il Pd è allo sbando Non ci sono solo le frizioni legate alla vittoria di Piero Fassino alla corsa per il Comune di Torino. A Napoli la situazione è ben più bollente: i brogli alle primarie hanno portato al congelamento del "vincitore" Andrea Cozzolino. Una scelta lunga e sofferta. Bassolino si era messo di traverso all'invito (piuttosto perentorio) di Bersani a fare un passo indietro. "Ha vinto, deve essere lui il candidato", aveva sentenziato Bassolino. A incancrenire la situazione ci ha pensato il partito "giustizialista" di Di pietro con l'intento (tutt'altro che nascosto) di dare un taglio netto alle politiche targate dal duo Jervolino-Bassolino. Al grido "dobbiamo fermare l'avanzata della destra", l'ex pm ha così tirato fuori dal cilindro magico il nome di De Magistris che oggi ha dato la propria disponibilità in una conversazione con il direttore di Micromega.

De Magistris scioglie le riserve Incalzato da Flores d’Arcais, De Magistris racconta di averci pensato molto e di essersi lasciato convincere dalla "mobilitazione sociale" che gli chiedeva un segno di discontinuità con il Pd. Il dirigente Idv dice di avere in mente "persone dalla schiena dritta" e "un programma partecipato che non cali dall’alto, ma che superi una stagione del centrosinistra e che segni una rottura, un cambiamento per una Napoli con più diritti e più cultura in cui si apra una nuova stagione politica". Insomma, il dado è tratto. E De Magistris non si riaparmia nemmeno l'appello al Pd affinché "non considerino la mia una candidatura di partito".

I timori dei democratici Il Pd non ci sta. Il commissario provinciale Andrea Orlando sa bene che lo strappo rischia di lacerare del tutto la coalizione e, soprattutto, che una retromarcia del Pd potrebbe pesantemente mutare gli equilibri di potere tra i due partiti. Proprio per questo Orlando non lascia spazio alla possibilità di una convergenza del Pd sul nome di De Magistris: "Non sarebbe una convergenza ma un diktat che il Pd dovrebbe subire".

Il Pd aveva, infatti, proposto all’Idv di scegliere insieme una personalità al di sopra dei partiti che ricomponesse le divisioni. Secondo Orlando, "la risposta non è stata all’altezza della sfida" dal momento che "mette tutti in una situazione che oggettivamente rompe la coalizione".

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