Tipa tosta, però, Daria Colombo, moglie di Roberto Vecchioni. Donna di mondo. Dall’aspetto intrigante e dal piglio pasionario come dimostra la militanza, anzi, l’ideazione del movimento dei Girotondi. Nientemeno. Donna dalle idee chiare. Anche sul Forum delle culture di Napoli del quale, su richiesta del sindaco-amico Luigi de Magistris, suo marito dovrebbe essere presidente. Invece sarebbe meglio lasciasse perdere, troppo alto «il danno d’immagine». Converrebbe che continuasse a dare il suo contributo «al Forum in forme diverse, senza fare il presidente».
In un’intervista a tutta pagina concessa al Corriere del Mezzogiorno Colombo ha espresso tutto il suo scetticismo per l’avventura napoletana del cantautore-consorte. Però, «io parlo a titolo esclusivamente personale», ha sottolineato. Non a nome dell’organizzazione, famiglia o casa discograficache sia. Della quale, per dire, è amministratore delegato. Purtuttavia, Meglio dirselo, come consiglia il titolo del suo primo romanzo, (Rizzoli). Dunque, lei lo dice: «La mia personale opinione (e ridaje) è che questa sia una vicenda politica nella quale Roberto si è trovato in mezzo, un giochino estraneo al suo mondo». Protettiva. Poi specifica: «Penso che attacchino lui anche per colpire il sindaco di Napoli». Dietrologa.
Le armi e gli strumenti d’analisi non mancano di certo a Lady Vecchioni. Giornalista che ha collaborato con il Corriere della Sera e l’Unità. Laureata in Lettere moderne, esperta di teatro, cinema e televisione (collaborazioni con Florestano Vancini, Pasquale Festa Campanile, Sandro Curzi e Adriano Celentano). Sa di politica, di arte e di comunicazione. E ammette che non è strano di questi tempi che si discuta dell’opportunità di spendere più o meno soldi pubblici (220mila euro). «Vorrei però che lo si facesse con onestà, dicendo ha chiesto tanto ma per questi motivi, andando a vedere a cosa ha rinunciato». Calcolatrice. Ma se l’intervistatore le chiede se è il caso di considerare un ritocco in basso del cachet, lei finge di non sentire: «Roberto è uno che ancora oggi si alza alle sette per andare a insegnare all’università». Materna. Invece la solita destra ci ha marciato su perché il suo Roberto, fresco di vittoria a Sanremo, «ha appoggiato Pisapia e de Magistris, e hanno vinto. Ha cantato alla manifestazione nazionale del Pd, e il giorno dopo Berlusconi s’è dimesso». Insomma, un talismano della sinistra. Che avrebbe voluto trarre solo onori e vantaggi dal suo collateralismo magico. Invece, stavolta, anche il Pd è stato motivo di delusione: «È il nostro partito di riferimento: da loro ci saremmo attesi almeno una telefonata per sapere come stavano davvero le cose, invece nulla». Amara.
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