Il carabiniere che a Napoli ha sparato al 15enne Ugo Russo, uccidendolo, continua a difendersi asserendo: “Temevo ci volessero uccidere”. Ha detto di essere stato minacciato con la pistola alla tempia e di essersi subito qualificato. E, solo dopo aver sentito la pistola scarrellare, di aver sparato, per salvare se stesso e la sua fidanzata. I familiari del giovane rapinatore accusano invece il militare di avergli sparato alle spalle.
L’inchiesta della procura di Napoli, guidata dal procuratore capo Giovanni Melillo, e del nucleo investigativo dell' Arma, dovrà fare luce su quanto realmente accaduto quella tragica notte. Per prima cosa sarà importante l’autopsia sul corpo del ragazzo. Oltre alla visione dei filmati registrati dalle telecamere di sicurezza presenti nel quartiere dove è avvenuto il fatto, e la ricostruzione balistica dei tre colpi di pistola. Melillo ha sottolineato che è fondamentale mantenere un “atteggiamento di ponderazione”.
Il carabiniere non avrebbe sparato alle spalle
Sembra comunque che da un primo esame sul corpo della vittima, il carabiniere abbia detto la verità affermando di non aver sparato alle spalle. Il foro presente dietro la testa sarebbe infatti d’uscita e non di entrata. Come riportato da La Stampa, il padre del ragazzo avrebbe detto: “Io non lo so se Ugo abbia puntato o meno la pistola alla tempia di quel carabiniere. Conosco mio figlio per come è a casa con noi, ma quando è fuori come si fa? Non vado mica dietro a lui. Il carabiniere gli ha sparato alle spalle. È stata un' esecuzione, qualsiasi cosa abbia fatto Ugo, perché sparare così?”.
Per il momento il carabiniere è indagato per omicidio, non si sa ancora di quale natura. In base agli elementi raccolti ieri, domenica 1° marzo, nella mattinata di oggi, la procura deciderà se si tratta di omicidio volontario o colposo con eccesso di legittima difesa. L’avvocato Gaetano Mormile, legale della famiglia della vittima, ha chiesto l’acquisizione dei video delle telecamere di sicurezza. Il militare, ufficiale di pubblica sicurezza 24 ore al giorno, era corretto avesse la pistola d’ordinanza in ogni momento, e a intervenire in caso di necessità o pericolo. Le indagini della procura stanno indagando anche su quanto avvenuto in seguito.
Il pronto soccorso devastato
Conoscenti e parenti della vittima hanno devastato il pronto soccorso dell’ospedale e alcuni proiettili sono stati sparati contro la caserma del comando provinciale dei carabinieri. “Quanto accaduto stanotte e Napoli, fra rapine, ospedali devastati e sparatorie contro la caserma dell' Arma, descrive uno scenario impensabile in un Paese moderno che voglia dirsi civile. Dove delinquenti armati sono giunti con l'indescrivibile arroganza di una criminalità fuori controllo” ha detto Valter Mazzetti, segretario generale dell' Fsp Polizia di Stato.
Le reazioni politiche
Matteo Salvini, leader della Lega, ha detto: “Quando muore un ragazzo è sempre un dramma, ma nessuno può attaccare un carabiniere che, aggredito, ha reagito per difendere la sua vita e la sua fidanzata. Solidarietà a medici e infermieri del pronto soccorso”. Secondo il parere di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, le forze dell’ordine non sono sufficienti, ci vuole l’esercito e una legge speciale.
Anche Mara Carfagna, vicepresidente della camera, ha osservato che “la situazione dell' ordine pubblico a Napoli è
fuori controllo. Troppi ragazzi senza speranza e prospettive cadono nelle mani della criminalità”. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca del Pd, ha chiesto un posto di polizia all’ospedale Pellegrini.Segui già la pagina di Napoli de ilGiornale.it?
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