Filma di nascosto l’ex fidanzata in atteggiamenti hot e diffonde il video: nei guai 15enne

La vicenda è finita in tribunale e il pubblico ministero ha stabilito che si tratta di un chiaro caso di “revenge porn”

 Filma di nascosto l’ex fidanzata in atteggiamenti hot e diffonde il video: nei guai 15enne

L’ennesima indagine in materia di cyberbullismo ha coinvolto uno studente di 15 anni, che ha filmato l’ex fidanzata a sua insaputa mentre assumeva atteggiamenti hot e successivamente ha fatto girare il video sui social network. L’episodio è accaduto a Fuorigrotta, quartiere di Napoli, è vede ancora una volta protagonisti dei minorenni. La vicenda è finita in tribunale, dopo la denuncia dei genitori della ragazza e il pubblico ministero ha stabilito che si tratta di un chiaro caso di “revenge porn”. Qualche settimana fa il 15enne era riuscito a registrare le immagini osé nel corso di una videochiamata con la minorenne, senza dirle nulla. Quando il rapporto si è incrinato il giovane, forse per ripicca, ha inviato il filmato ai suoi contatti, facendolo diventare virale.

A quel punto è scattata la denuncia e sono partite le indagini, con l’inevitabile sequestro del telefonino del 15enne, che è stato iscritto nel registro degli indagati. L’inchiesta delle forze dell’ordine si è allargata, per capire chi ha contribuito a diffondere sul web il video incriminato. Le parole inglesi “revenge porn” sono relative alla diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti. Un comportamento che dal 9 agosto del 2019, costituisce reato anche in Italia. Il delitto è stato introdotto al fine di contrastare la moda di diffondere foto e video hard realizzate con o senza il consenso dell’interessato, che vengono diffuse senza nessuna autorizzazione, andando a ledere la privacy, la reputazione e la dignità della vittima.

Chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5mila a 15mila euro. La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro danno.

La pena è aumentata se i fatti sono commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici. La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza.

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