Insetti nelle posate all’ospedale Vecchio Pellegrini: l’Asl manda gli ispettori

Il controllo ha già rilevato alcune irregolarità riguardanti la non corretta separazione delle derrate alimentari, negligenza che è costata una sanzione alla ditta incaricata

Insetti nelle posate all’ospedale Vecchio Pellegrini: l’Asl manda gli ispettori

La direzione dell’Asl di Napoli ha inviato gli ispettori del dipartimento di prevenzione e igiene degli alimenti per una segnalazione arrivata dall’ospedale Vecchio Pellegrini, dove è stata trovata una cimice all’interno del kit di posate e bicchieri monouso utilizzato per la prima colazione. Un episodio quest’ultimo che si è rivelato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Negli ultimi mesi già c’erano state lamentele da parte degli utenti per le carenze igieniche non solo al Vecchio Pellegrini, ma anche in altri nosocomi cittadini e l’Azienda sanitaria locale ha deciso di intervenire.

Gli ispettori hanno effettuato un blitz nelle cucine dell’ospedale Cardarelli, che è il centro di preparazione pasti per l’intero circuito sanitario, gestito da una società esterna di Vicenza, vincitrice della gara d’appalto. Il controllo ha già rilevato alcune irregolarità riguardanti la non corretta separazione delle derrate alimentari, negligenza che è costata una sanzione alla ditta incaricata, mentre si attendono i risultati delle analisi microbiologiche sui prelievi di cibi freschi utilizzati nei diversi nosocomi.

Questi disservizi sono stati segnalati ai vertici dell’Asl anche dalle organizzazioni sindacali e della vicenda si è occupato il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, componente della commissione Sanità. Qualche tempo fa, sempre al Vecchio Pellegrini, fu segnalata la presenza di blatte nei bagni, mentre precedentemente nel nosocomio San Giovanni Bosco furono trovate delle formiche.

L'ospedale dei Pellegrini, conosciuto anche come Vecchio Pellegrini, rientra nel distretto sanitario numero 31. Nasce nel 1578 come arciconfraternita con la chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, con lo scopo di dare accoglienza e assistenza ai fedeli di passaggio in città diretti ai vari santuari italiani. Sia la chiesa che la struttura ospedaliera furono ampliati poi nel 1769. L'Arciconfraternita ha continuato a svolgere questo compito per molti secoli e nel 1816 aprì il primo reparto di chirurgia.

Diversificò poi le attività in tutti i settori clinici dopo la ricostruzione avvenuta all'indomani dell'ultima guerra. Nel 1968, per legge, la struttura passò alla sfera pubblica e l'Arciconfraternita si staccò dall'Ospedale.

Attualmente l'ospedale Pellegrini eroga le proprie prestazioni attraverso le sue Unità Operative sia in regime di ricovero che ambulatoriale. La struttura è dotata di pronto soccorso, tra cui quello oculistico, di rianimazione e terapia intensiva e unità intensiva coronarica.

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