Acciughe giganti e 47 specie aliene. Che succede nel mare?

Tra alghe e animali nel mare della Campania sono state individuate 47 specie aliene. I rischi per l’ecosistema

Acciughe giganti e 47 specie aliene. Che succede nel mare?

In questa strana primavera qualcosa sta cambiando anche nel nostro mare. Il Ligure ed il Tirreno sono troppo caldi. La temperatura dell'acqua in superficie sfiora i 25 gradi. Un dato allarmante, se si considera che non siamo ancora in estate. Il peggio, però, pare che ancora non si sia raggiunto. Perché la temperatura potrebbe salire ulteriormente nelle prossime settimane.

Del resto tra poco meno di due settimane si entrerà ufficialmente nella bella stagione. E il caldo dovrebbe farla da padrone. Certo, la notizia potrebbe far piacere a chi vuole trascorrere qualche giorno di relax su una spiaggia. Ma l’anomalia preoccupa in modo serio per le conseguenze sugli ecosistemi marini.

A lanciare l’allarme è stato Antonello Fiore, presidente nazionale della Società Italia di geologia ambientale (Sigea) in occasione della "Giornata dell'ambiente" celebrata a livello globale la scorsa domenica. Una situaizone di pericolo le cui conseguenze già visibili nell'attività di pesca. "Tanto per fare qualche esempio vengono catturate acciughe più grandi della media", ha spiegato Fiore al Corriere del Mezzogiorno.

Questo può sembrare un elemento marginale, eppure non lo è. La presenza di tali animali sono la classica punta dell’iceberg di un questione molto più complicata. Secondo Fiore, infatti, altre conseguenze saranno anche "forte evaporazione del mare con conseguenti piogge brevi e intense che causeranno allagamenti, alluvioni e frane". Tutto collegato in un meccanismo che potrebbe creare numerosi problemi.

Su questo fronte la Campania potrebbe subire conseguenze peggiori rispetto ad altre Regioni. Il rischio è concreto. "Non a caso in Campania sono attualmente circa 23 mila le frane censite. Queste coinvolgono quasi il 7 per cento del territorio totale. Non a caso la regione è considerata la terza più esposta d'Italia al rischio di dissesto idrogeologico, dopo la Lombardia e il Veneto”, ha evidenziato Gaetano Sammartino, presidente regionale di Sigea, citando dati Iffi (Inventario dei fenomeni franosi in Italia, ndr). Si potrebbero verificare improvvisi e violenti acquazzoni che potrebbero creare seri problemi. "D'altra parte – ha affermato ancora Sammartino - non è da ora che il clima dei nostri mari e sempre meno mediterraneo. E non è un caso che per qualificare il fenomeno del crescente riscaldamento dell'acqua si ricorra al termine tropicalizzazione".

Temperatura alta dell’acqua significa anche mutamenti della flora e della fauna marina. La biologa marina Maria Cristina Gambi ha ricordato che oggi si sta assistendo all'aumento sia di alcune specie tradizionalmente presenti nei nostri mari sia di altre che sono da classificare come "aliene", quelle cioè introdotte dall’uomo in modo volontario o accidentale in zone al di fuori della loro area d’origine.

"Pensate che tra alghe e animali nel mare della Campania sono state osservate 47 specie aliene", ha affermato la studiosa. Tra queste vi è il pesce flauto, presente nelle aree tropicali dell'Oceano Pacifico e dell'Oceano Indiano fino al mar Rosso, dal quale è entrato nel Mediterraneo attraverso il canale di Suez. Il Tirreno centro-meridionale sta diventando la casa di altre specie aliene come il granchio blu ed il granchio corridore.

Nei nostri mari l’esistenza di animali originari di altre zone deve essere monitorata perché potrebbe causare la distruzione delle specie esistenti.

E ciò provocherebbe un immenso danno all’ecosistema. Una realtà che è già in atto. La Gambi ha ricordato la "proliferazione indiscriminata del vermocane, un verme marino che distrugge stelle marine, gorgonie, coralli e ricci".

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