Le inottemperanze al decreto governativo emanato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 9 marzo scorso, le cui norme sono poi state ulteriormente ristrette qualche giorno dopo, non smettono di lasciare senza parole. Che si tratti di irresponsabilità, di noncuranza o di non avere rispetto per la salute propria e altrui, poco importa: tutti questi atteggiamenti potrebbero sfociare, e il recentissimo passato ce lo conferma, in una pericolosa ondata di contagi di Covid-19. Molti Comuni campani sono stati oggetto di una quarantena che ha coinvolto l’intero territorio comunale a causa di comportamenti scellerati di una parte della popolazione che, seppur esigua, ha causato danni ingenti, e a volte fatali, a città intere. Napoli, con il suo microcosmo di persone, qualità e filosofie di vita, non è esente da episodi del genere, con la notizia odierna di un matrimonio che si stava celebrando nella suggestiva via Chiaia.
Il Coronavirus e l’emergenza scoppiata improvvisamente in Italia avevano portato alla decisione, in via precauzionale, di non far celebrare neanche le cerimonie civili e religiose. In particolar modo, quindi, matrimoni e riti funebri erano (e sono ancora oggi, fino a data da destinarsi) da considerare off limits, in quanto celebrazioni che richiamano un gran numero di persone e assembramenti pericolosi. Questa mattina, gli agenti del commissariato San Ferdinando, allertati dalla centrale operativa, hanno ricevuto la segnalazione di un matrimonio che si stava celebrando a via Chiaia. Gli agenti di polizia, arrivati in via Partenope, all’angolo con Piazza Vittoria, hanno notato gli sposi mentre erano con altre due persone, intenti a scattare foto per immortalare il lieto evento. I due neo sposini, insieme alle altre due persone, sono stati denunciati per inottemperanza alle prescrizioni del Dpcm del 9 marzo 2020.
Non è la prima volta che l’infezione da Covid-19 e la celebrazione (o mancata tale) di un matrimonio vengono a scontrarsi. Verso la fine del mese di febbraio, quando il Coronavirus stava cominciando a muovere i suoi primi e infetti passi sul suolo campano, due coppie di ‘promessi sposi’ si sono visti costretti a rimandare il lieto evento a causa della quarantena a cui erano stati costretti.
A Torre Annunziata, invece, appena la settimana scorsa, un parroco e il titolare di un’agenzia di pompe funebri sono stati denunciati dai carabinieri del comando provinciale di Napoli per aver svolto regolarmente il funerale di un fedele scomparso qualche giorno prima.
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