Napoli, licenziati e studenti contro Di Maio

Ministro del Lavoro contestato in mattinata a Pomigliano e nel pomeriggio dagli studenti a Napoli

Napoli, licenziati e studenti contro Di Maio

Contestato prima a Pomigliano d’Arco, da un gruppo di lavoratori licenziati. Poi a Napoli, da studenti e centri sociali. Il vicepremier Luigi Di Maio, dopo la partecipazione al convegno organizzato dal gruppo Leonardo nella sua città di origine, ha dato buca alla convention antiracket in programma nel pomeriggio all'università Federico II. “Non accettiamo la venuta di uno speculatore come Di Maio, leader politico di un Movimento che ha tradito tutte le promesse fatte in campagna elettorale”, ha fatto sapere Insurgencia, il centro sociale promotore dell’iniziativa di protesta andata in scena presso la facoltà di Scienze politiche.

Il ministro del Lavoro, in mattinata, aveva fatto ingresso intorno alle 11,15 nello stabilimento Leonardo. Davanti alla fabbrica, ad aspettarlo, c’era un gruppo di manifestanti. In una decina sono arrivati intorno alle 6 per la protesta, e sono rimasti in presidio davanti a uno degli accessi del sito industriale fino alla fine del convegno. Tra di loro c’erano gli operai licenziati dalla Fiat Chrysler e da Ambiente Spa. Dal megafono urlavano: “Sono passati i quattro giorni, le promesse vanno mantenute. Ancora una volta si prendono in giro gli operai”. Di Maio si era impegnato nei mesi scorsi ad occuparsi delle loro vertenze, ma i lavoratori affermano che fino ad oggi le promesse non sono state mantenute dal ministro, che ancora una volta torna nella sua Pomigliano tra urla di dissenso. “Di Maio, stai sbagliando”, era riportato sui cartelli.

Tra le mani i contestatori reggevano i manifesti raffiguranti un Pinocchio con il volto del premier Conte in mezzo alle immagini di Luigi Di Maio e Matteo Salvini con l’imbuto-megafono usato dal personaggio interpretato da Totò, Antonio La Trippa, nel film “Gli onorevoli”. Gli stampati sono ormai spariti dalle strade di Pomigliano dove erano stati attaccati: sono stati rinvenuti strappati, dai Cobas che li hanno sottoscritti. “Noi li rimettiamo, perché riteniamo che l’informazione viene fatta anche con la satira. Tutte le promesse che Di Maio ha fatto non ne ha mantenuto una per i poveri Cristi”, ha affermato Mimmo Mignano, licenziato Fca e rappresentante dei Cobas in fabbrica. “Questo Governo non ha fatto nulla per la classe operaia. Anzi – poi afferma - è stato fatto qualcosa che va contro la classe operaia, come il decreto sicurezza, che vieta addirittura di fare un picchetto. Ma Di Maio oggi qui con il presidente del Consiglio cosa viene a fare? Secondo noi è l’ennesima campagna elettorale”. Critica poi i sindacati: “La contraddizione è che mentre i sindacati, Landini, scendono in piazza contro il Governo, oggi, in questa fabbrica dove ci sono tutte le sigle sindacali che sono scese a Roma, non dicono nulla. Anzi, applaudono a quello che il Governo sta facendo”.

Alle sue spalle Sebastiano, con le braccia allargate regge un cartellone. Lui è uno degli operai licenziati da Ambiente, l’azienda di San Vitaliano dove a luglio scorso andarono in fumo balle di rifiuti. “Di Maio, quando venne all’Itis Barsanti, disse che avrebbe risolto i nostri problemi. Di Maio non mantiene le promesse, dice solo bugie”, sostiene. In mezzo a loro c’è Michele, l’operaio licenziato dalla Doria per un post pubblicato su Facebook: "Io sono qui come di consueto quando il ministro Luigi Di Maio viene a Pomigliano. Non per contestare, perché ho dei rapporti con il ministero. Però mi dispiace che nel mondo del lavoro capitino queste situazioni, questi licenziamenti dove un’azienda alla fine non bada al fatto che può creare un danno economico e familiare. Sono qui per solidarietà al mondo del lavoro, perché io ero un sindacalista, ha condotto una battaglia per due anni e l’ho pagata come sindacalista, e quindi capisco tutte le persone che in questo momento soffrono perché hanno perso un lavoro". Mentre i licenziati protestavano all’esterno, dentro lo stabilimento si apriva il convegno "Leonardo Infrastrutture: innovare il presente guardando al futuro".

“Oggi siamo qui per attestare la stima del governo verso questo progetto”. Il progetto è l’aerotech campus, un incubatore per start up promosso dal gruppo Leonardo. Le parole sono quelle del premier Giuseppe Conte, stamattina intervenuto alla cerimonia di presentazione. Davanti a sé, la platea delle autorità, degli imprenditori, il popolo pentastellato e una marea di giornalisti. Di Maio ha annunciato l’investimento di 130 milioni di euro per i siti di Nola e Pomigliano.

“Ci saranno nuovi 2mila metri quadri – ha detto -, che diventeranno 4mila, per far nascere le startup innovative”. E ha firmato lo sblocco di un miliardo di euro in sostegno dei bandi per l'industria aeronautica, nello stabilimento Leonardo di Pomigliano D'Arco.

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