Altri due soggetti sono finiti agli arresti per l’omicidio commesso lo scorso aprile vicino a una scuola nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, a Napoli. La vittima, Luigi Mignano, stava accompagnando il nipotino quando, raggiunto dai sicari, fu ucciso a colpi di pistola. Un mese dopo, per quel delitto furono fermate sette persone. E oggi un provvedimento cautelare è stato eseguito nei confronti di altri due indagati.
Nelle prime ore di questa mattina è scattato il blitz di carabinieri e polizia di Stato che, in un’operazione congiunta, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta dalla Direzione distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di due soggetti ritenuti a vario titolo responsabili di omicidio, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, incendio, ricettazione, aggravate dalle finalità mafiose.
La custodia in carcere è stata disposta per il 52enne Giovanni Salomone e il 49enne Giovanni Borrelli. Le indagini, a cui hanno lavorato la Squadra mobile e il Nucleo investigativo di Napoli, hanno permesso di far emergere responsabilità a loro addebitabili. L’attività investigativa, nel ricostruire tutte le fasi dell’azione delittuosa, ha consentito di raccogliere indizi che hanno portato a spiccare le misure oggi svolte.
L’omicidio di Mignano è stato da subito considerato di matrice camorristica. Viene ricondotto dagli inquirenti nella contrapposizione tra due clan che si impongono nella periferia orientale di Napoli, quello dei Mazzarella e quello dei Rinaldi.
Ed è considerato un’articolazione dei Mazzarella il clan D’Amico, la cosca a cui si ritengono affiliati i sette soggetti che furono fermati il 4 maggio scorso. Nei loro confronti fu disposto un provvedimento emergenziale di fermo, a circa un mese dall’efferata uccisione di Mignano, pregiudicato ritenuto dagli investigatori vicino al clan Rinaldi. Il delitto si consumò nel rione Villa.
Mignano si trovava in via Ravello quando fu trucidato davanti agli occhi del nipotino e dei bambini che, accompagnati dai genitori, si accingevano ad andare a scuola, presso l’istituto Vittorino da Feltre, a pochi passi dal punto in cui si verificò l'omicidio. Nell’agguato rimase ferito anche il figlio della vittima.
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