“Troppa puzza dal sito di stoccaggio dei rifiuti”. Questo il motivo per cui stamattina a Napoli hanno deciso di protestare una decina di donne residenti nei pressi dell’impianto situato in via Nuova delle Brecce. Si sono prima recate presso la sede della sesta municipalità, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, dove hanno esposto le proprie rimostranze a un consigliere circoscrizionale. Poi si sono spostate all’esterno del sito di stoccaggio, di cui chiedono la chiusura.
L’impianto è situato nell’area ex Icm, nella periferia orientale di Napoli, in un territorio già martoriato dall’inquinamento generato da raffinerie e altre industrie ora dismesse. È gestito da Asìa, società partecipata dal Comune di Napoli. Nato come un centro di raccolta di rifiuti urbani, è stato poi adibito provvisoriamente anche allo stoccaggio dei rifiuti. Ed è da un anno – sostengono le donne oggi scese in strada – che i miasmi che esalano da quell’impianto sono aumentati. “Dobbiamo chiuderci in casa, non possiamo tenere le porte aperte con il piatto a tavole, il bucato che stendiamo puzza, siamo invasi da blatte e topi”, raccontano. Loro vivono a circa 200 metri di distanza dal sito di stoccaggio, in palazzi dove risiedono bambini, persone anziane e invalidi. “Oggi siamo venute qui come persone civili – poi precisano – ma se le istituzioni non ci danno una mano allora noi facciamo la guerra”.
L’auspicio per il gruppo di contestatrici è che il Comune di Napoli intervenga per trovare una soluzione che preveda il trasferimento dell’impianto lontano dalle abitazioni.
Ma, appena una decina di giorni fa, il sindaco Luigi De Magistris ha firmato l’ordinanza con cui ha disposto di utilizzare l’area ex Icm per lo stoccaggio dei rifiuti anche per i prossimi 6 mesi, per il persistere di carenze strutturali del ciclo integrato dei rifiuti e considerato che a settembre il termovalorizzatore di Acerra dovrà fermarsi per circa un mese a causa di interventi di manutenzione straordinaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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