"Serve un piano Marshall per salvare il pomodoro"

Dopo il caro bollette, l’associazione di categoria Anicav scrive al governo per ottenere una serie di agevolazioni nei confronti delle aziende conserviere campane

"Serve un piano Marshall per salvare il pomodoro"

Il caro bollette sta mettendo in ginocchio le aziende conserviere campane e l’Anicav, l’associazione di categoria, sta cercando di correre ai ripari. I dirigenti hanno scritto ai ministri dello Sviluppo economico e delle Politiche agricole Giancarlo Giorgetti e Stefano Patuanelli per ottenere una serie di agevolazioni. Il rischio è che salti tutto se non si mette in piedi una sorta di “piano Marshall” per tutelare il comparto del pomodoro in scatola. Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, sono diverse le richieste di Anicav al governo, riassumibili in alcuni punti sintetici.

Raddoppio del credito d'imposta e proroga dei termini di utilizzo con condizioni più favorevoli (possibilità di cedere il credito agli stessi gestori e l'azzeramento o l'abbattimento degli interessi in caso di dilazione dei pagamenti), una sospensione del meccanismo Ets per evitare ulteriori aggravi per le aziende e un intervento diretto su Arera per la revisione del costo di conferimento delle capacità di trasporto di gas naturale che impatta in maniera notevole sui costi delle imprese ad alta stagionalità come quelle che trasformano pomodoro.

Le bollette del gas, in un anno, hanno subito un’impennata spaventosa. Una delle aziende campane coinvolte ha pubblicato sui social media i due importi arrivati nel giro di dodici mesi. Nel 2021 l’impresa doveva pagare circa 120mila euro, mentre nel 2022, con lo stesso consumo, la bolletta è lievitata fino a circa un milione di euro. Un costo insostenibile che ha messo in allarme le aziende conserviere della Campania.

“Questa situazione – ha dichiarato all’Ansa il presidente di Anicav, Marco Serafini – rischia di mettere in discussione il prosieguo della campagna di trasformazione con le imprese che, non riuscendo a far fronte ai rincari, saranno costrette a rallentare la produzione o addirittura chiudere gli impianti con ripercussioni importanti sull'occupazione e sul mondo agricolo”.

Il responsabile dell’associazione di categoria ha aggiunto: “Bisogna, inoltre, considerare le difficoltà che le aziende avranno nel trasferire gli aumenti alla grande distribuzione e ai canali del fuoricasa, sia sui mercati nazionali sia all'estero, dove c'è il serio rischio di vedere erodere quote di export a

vantaggio di Paesi nostri competitors. È assolutamente necessario, quindi, un intervento urgente dell'attuale governo a tutela non solo del nostro comparto ma di tutti i settori ad elevata stagionalità soprattutto”.

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