Si erano vantati con gli amici, ai quali avevano inviato sui telefonini foto intime e hot, di aver fatto sesso con una turista ospite nell’albergo dove lavoravano e ora sono proprio questi ultimi a confermare alle autorità giudiziarie che l’orgia c’è stata, anche se non parlano di stupro. È ad una svolta il processo contro i cinque camerieri dell’Hotel Alimuri di Meta di Sorrento, in provincia di Napoli, accusati di violenza sessuale aggravata.
I testimoni hanno confermato, davanti ai giudici, di aver ricevuto le immagini dai presunti stupratori e il prossimo 4 aprile saranno ascoltati in qualità di testimoni indagati in un procedimento connesso. Il pubblico ministero sta lavorando per ricostruire l’episodio dell’ottobre del 2016, quando una turista britannica di 50 anni sarebbe stata narcotizzata con la cosiddetta “droga dello stupro” e violentata dai cinque dipendenti dell’ex struttura ricettiva di Meta.
Nell’udienza dello scorso mese di febbraio era emerso che sul reggiseno, sulla sua schiena e sotto le unghie della mano sinistra della vittima c’erano tracce del Dna di due imputati, ma saranno le ultime testimonianze di aprile a orientare, molto probabilmente, la sentenza dei giudici nei confronti dei cinque imputati per
violenza sessuale aggravata.Dopo il racconto della vittima, che accusava i suoi carnefici, arriva la versione dei fatti di alcuni testimoni amici degli imputati, ora indagati anche loro, a imprimere una svolta ad un processo che dura quasi da tre anni.
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