Come nasce l'idea di un film, anche ma non solo in senso puramente etimologico? come dire, che cosa c'è dentro un'immagine che si trasforma in un'opera cinematografica? È il tema di questa mostra all'Osservatorio Prada di Galleria Vittorio Emanuele, dal titolo «A Kind of language: storyboard and other renderings for cinema», che si può visitare fino all'8 settembre (lunedì- venerdì 14-20, sabato e domenica 11- 20). È un linguaggio specifico quello che si apprende con attenzione divertita sulle grandi strutture da disegno che ospitano i contenuti della mostra curata da Melissa Harris.
Le immagini, anche estrapolate dal proprio contesto, attraggono e lasciano intendere come si tratti di una visita adatta a ogni età e a qualsiasi livello di comprensione del dietro le quinte di un film. Il cinema è uno dei linguaggi universali del nostro tempo e, se forse ancora di più lo è stato nella storia del Novecento, continua a far parte quotidiana dell'immaginario collettivo di ciascuno. Così incuriosisce entrare per così dire nella mente di chi lo inventa.
Come si comprende dalla presenza dei disegni di Nemo, Betty Boop, Braccio di Ferro, Mr Magoo, Biancaneve e Topolino, c'è molto tradizionale Walt Disney ma anche produzioni recenti e di tutt'altro genere, quali «Il piccolo Buddha», «Il giardino delle vergini suicide» di Sophia Coppola, il disegno delle acque del Mar Rosso che si separano nel film cult degli anni Cinquanta «I dieci comandamenti» di Cecil B. DeMille, le immagini iconiche de «Il cielo sopra Berlino» di Wim Wenders, la Anna Magnani di «Mamma Roma» di Pier Paolo Pasolini, il Bob Dylan di «I'm Not There», la creatività di Ingmar Bergman e molto altro.
In tutto ottocento elementi creati tra la fine degli anni Venti e il 2024 da più di cinquanta autori tra i quali registi, direttori della fotografia, artisti, grafici, animatori, coreografi e altre figure legate alla produzione di film e video. Un ruolo di primo piano hanno i film di animazione, per ovvie ragioni, ma si sbaglierebbe a pensare che l'immagine che tiene dietro all'idea originaria sia una prerogativa esclusiva dei comics. Viceversa, viene da pensare che siano i disegni, spesso i fumetti, ad avere un ruolo più ampio anche nei film che non li hanno come protagonisti.
Sono esposti storyboard (veri e propri sviluppi a strisce della storia), disegni, schizzi, annotazioni e fotografie, così da illustrare «il ruolo centrale e le diverse funzioni» che questi materiali preparatori ricoprono nel processo di realizzazione di un film o di un'opera video.
Uno storyboard è qualcosa di più di un semplice progetto in nuce. Come spiega la curatrice, Melissa Harris, «per molti creare gli storyboard è parte integrante del processo.
Impostare visivamente una scena per poi definirne l'andamento può anche aiutare a correggere i problemi, per esempio quando qualcosa non sembra del tutto convincente in un personaggio o in un'interazione fisica, e offrire un riferimento visivo agli attori».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.