Palermo - E' tra le prime dieci opere d'arte rubate, nella classifica mondiale stilata dalla Fbi. Uno "sfregio" al nostro patrimonio artistico consumato di quarant'anni fa, nella notte tra il 17 e il 18 ottobre del 1969, quando un commando mafioso trafugò a Palermo dall'Oratorio di San Lorenzo la Natività, una delle opere più famose del Caravaggio. Un olio su tela di 2 metri e 68 centimetri per un metro e 97, dipinto dall'artista nel 1609, il cui valore é stato stimato in 30 milioni di euro.
Le ricerche Da quella notte di quarant'anni fa tutti gli sforzi per restituire questo capolavoro sono stati vani. Il generale Roberto Conforti, fino al 2002 comandante dei carabinieri della tutela patrimonio artistico, in diverse occasioni aveva sottolineato che i suoi uomini davano la caccia ai ladri di quel dipinto con lo stesso impegno con cui si cerca un latitante famoso. Il pentito Francesco Marino Mannoia, che ha confessato di essere uno degli autori del colpo, ha sostenuto che il quadro sarebbe andato distrutto, ma per i carabinieri del Tpa si sbaglia. Probabilmente si confonde con il furto di un altro dipinto messo a segno nella stessa epoca, in una chiesa vicina all'Oratorio. Secondo le indagini il furto sarebbe stato gestito da un personaggio di spicco della mafia cosidetta "perdente", forse per accreditarsi nei confronti del gotha di Cosa Nostra.
Passaggi di mano I carabinieri, grazie anche alle "soffiate" di alcuni collaboratori, hanno ricostruito il percorso del dipinto dal 1969 al 1981. Dopo tre tentativi andati a vuoto di venderlo ad alcuni collezionisti, la tela sarebbe stata seppellita nelle campagne di Palermo, insieme a cinque chili di cocaina e ad alcuni milioni di dollari, dal narcotrafficante Gerlando Alberti. Ma nel luogo indicato dal pentito Vincenzo La Piana, nipote del boss, la cassa di ferro con il tesoro non c'era più. La mafia l'avrebbe fatta prelevare prima dell'arrivo delle forze dell'ordine.
Cornice vuota A quarant'anni di distanza, dunque, resta ancora avvolta dal mistero la fine dell'opera di Caravaggio. E la grande cornice alle spalle dell'altare maggiore Oratorio di San Lorenzo continua a essere desolatamente vuota. Anche per questo motivo un imprenditore torinese che lavora nel settore dell'alluminio, proprietario di un "falso d'autore" della Natività, con tanto di certificato di Pitti Arte Firenze, dipinto nel 2000 dal maestro Stefano Pessione, ha manifestato l'intenzione di donare l'opera per esporla nel luogo dove il capolavoro di Caravaggio é stato trafugato. "La mia famiglia - spiega l'imprenditore - l'ha acquistato alcuni anni fa ad una mostra di falsi d'autore a Cortina. E' una copia talmente perfetta che quando l'abbiamo esposta in una galleria di Torino con l'intenzione di venderla, i carabinieri hanno pensato in un primo momento che fosse l'originale".
La copia Dopo avere chiarito l'equivoco, il proprietario del quadro - proprio attraverso gli stessi militari del nucleo di tutela patrimonio culturale - ha manifestato l'intenzione di donare il quadro all'oratorio di San Lorenzo: "Ma fino ad ora - spiega - non
abbiamo avuto alcuna risposta, probabilmente a causa delle lungaggini della burocrazia, io e la mia famiglia crediamo che anche l'esposizione di una copia può servire a non cancellare la 'memoria' di una grande opera".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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