"30 milioni per proteggere i cantieri". Ecco il costo delle violenze No Tav

Numeri da capogiro: negli ultimi dieci anni sono stati registrati tra i 100 e i 200 assalti ai cantieri

"30 milioni per proteggere i cantieri". Ecco il costo delle violenze No Tav

Val di Susa in ginocchio per le violenze No Tav, i numeri sono da capogiro. Ascoltato come testimone al processo contro una trentina di militanti di Askatasuna – noto centro sociale occupato a Borgo Vanchiglia, Torino – il vice direttore generale di Telt ha reso note le cifre in ballo: 30 milioni di euro spesi per proteggere i cantieri dagli assalti degli attivisti. Numeri impressionanti, considerando che nel corso degli ultimi dieci anni sono stati registrati tra i 100 e i 200 attacchi ai cantieri.

“30 milioni per proteggere i cantieri dai No Tav”

Come riportato dal Corriere della Sera, l’ingegnere Maurizio Bufalini ha sottolineato che i 30 milioni di euro sono stati spesi per riprogettare alcuni cantieri e per il rifacimento delle reti di recinzione, così da garantire la sicurezza di fronte agli assalti degli attivisti. Sotto tutela dal 2014 dopo aver ricevuto minacce di morte, il direttore generale della società responsabile della realizzazione e della gestione della sezione transfrontaliera della Torino-Lione ha quantificato in 7-8 milioni di euro le spese per il rifacimento dei progetti e in 22-23 milioni le spese per rinnovare le recinzioni con reti betafence e per installare le telecamere di sorveglianza.

Bufalini è stato sentito come testimone al processo in corso davanti al tribunale di Torino che vede coinvolti una trentina di militanti di Askatasuna: la Procura contesta a vario titolo l’accusa di associazione per delinquere, episodi di violenta protesta e blitz in Valle di Susa nel corso degli anni. In una delle ultime udienze sono venute a galla le risorse messe in campo dallo Stato per garantire la sicurezza dei cantieri: solo nel 2021 sono stati impiegati 260 mila uomini tra polizia, carabinieri e Guardia di finanza per una media di 700 unità al giorno.

La guerriglia in Val di Susa

Nel corso degli ultimi anni si sono intensificati gli scontri e gli atti dimostrativi. Lo scorso dicembre tafferugli tra gli attivisti e le forze dell’ordine preposte alla difesa del cantiere di San Didero: i manifestanti hanno scagliato pietre contro gli uomini in divisa, costretti a ricorrere a fumogeni e idranti per disperdere i violenti.

Più recentemente, a metà aprile, sulla A32 Torino-Bardonecchia – all’altezza di Chiomonte – alcuni attivisti No Tav hanno disseminato chiodi a quattro punte sull’asfalto: danneggiati due mezzi delle forze dell’ordine, ma fortunatamente nessun incidente. Già in passato il movimento ha utilizzato i chiodi a quattro punte per alcuni sabotaggi in autostrada.

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