La manifestazione No Tav di Trento del 1 maggio è stata oggetto di infiltrazione da parte di alcuni anarchici, che hanno tentato di bloccare i lavori carotaggio per la circonvallazione ferroviaria e provato a forzare il cordone delle forze ordine. Nella carica di alleggerimento, necessaria per disperdere i facinorosi, quattro agenti sarebbero rimasti feriti negli scontri, secondo quando apprende l'Adnkronos. Ad avere la peggio anche uno dei manifestanti. Ora le indagini dovranno stabilire la posizione di 120 persone, tutti volti noti della galassia anarchica trentina che fiancheggia il circolo no tav.
Il mondo anarchico non ha interrotto la sua azione ma si continuano a registrare movimenti e manifestazioni mirate alla destabilizzazione degli organi di governo democraticamente eletti. Disordini di lieve entità sono pressoché la normalità in Val di Susa, dove anarchici e centri sociali sono in costante presidio contro i cantieri della linea ad alta velocità tra Italia e Francia. Una guerra a bassa intensità che registra spesso dei picchi e che va avanti da decenni, con le forze dell'ordine chiamate a lavori supplementari per evitare danni e problemi alle infrastrutture.
Ma gli anarchici hanno già annunciato la loro prossima manifestazione, che non sarà né a Trento e nemmeno in Val di Susa. Il prossimo 2 giugno, infatti, sono pronti a scendere in strada al grido di "Niente da festeggiare". L'appuntamento per organizzare il corteo è per l'8 maggio alle 17 alla facoltà di Lettere della Sapienza di Roma. Ancora una volta, un edificio statale, una sede universitaria, viene utilizzato per incontri che mirano alla destabilizzazione e alla lotta contro lo Stato, durante i quali si organizzano spesso azioni violente. Le sedi universitarie sono diventate lo spazio privilegiato per rossi e anarchici, convinti di averne l'egemonia, come dimostrano le tensioni che si verificano quando sono gli studenti di destra a organizzare incontri a sfondo culturale.
A proposito di anarchici, il sottosegretario di Stato alla Giustizia Andrea Ostellari ha rivendicato la posizione del governo di questi mesi: "La determinazione del governo nell'affrontare il caso Cospito alla fine ha pagato e il messaggio che doveva arrivare si è udito forte e chiaro: con i violenti non si tratta e le regole si rispettano perché servono a tutelare tutti, anche chi non le riconosce.
La fermezza dimostrata dallo Stato deve essere motivo di orgoglio. Niente sconti e niente accanimento: lo strumento del 41 bis è fondamentale per la lotta alla criminalità e in linea con il dovuto riguardo per i diritti di ciascun detenuto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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