"Abbiamo il dovere di difenderlo". I ristoranti di Verona raccolgono fondi per l'agente indagato

Anche i commercianti al fianco del poliziotto indagato per la morte di Moussa Diarra: l'iniziativa per aiutarlo con le spese legali. Salvini: "Sempre dalla loro parte"

La Stazione di Verona dove un poliziotto ha sparano a un maliano armato di coltello
La Stazione di Verona dove un poliziotto ha sparano a un maliano armato di coltello
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Gli italiani onesti sono al fianco delle forze dell'ordine e lo dimostrano quando possono, come hanno fatto i 120 ristoratori di una chat veronese, dove è nata l'idea di creare un fondo per aiutare il poliziotto indagato per la morte di Moussa Diarra a sostenere le spese legali. La storia di fondo è quella nota: domenica mattina il giovane immigrato del Mali ha scatenato il panico nella zona della stazione Porta Nuova di Verona. Prima ha aggredito la polizia locale che si trovava in loco per i rilievi di un incidente, poi si è diretto verso l'edificio ferroviario e ha distrutto alcuni locali, tra i quali tabaccheria e biglietteria, e prima di far perdere momentaneamente le sue tracce ha distrutto alcune auto. Quando è tornato in stazione aveva con sé un coltello e con quell'arma ha tentato di aggredire la polizia ferroviaria. Uno degli agenti ha sparato e l'ha colpito al petto, uccidendolo.

L'agente della polfer è ora indagato per eccesso colposo di legittima difesa e comunque andrà a finire dovrà sostenere delle spese legali importanti per la sua difesa. "Abbiamo il dovere di difendere e supportare le forze dell’ordine a cui chiediamo tutela e che si adoperano per garantire la nostra sicurezza, in un contesto in cui quest'ultima è sempre più vacillante", dicono i ristoratori che hanno aderito all'iniziativa spontanea, quasi di riconoscenza, nei confronti di chi ora dovrà attraversare un periodo molto difficile per aver difeso la comunità. Mentre le associazioni e le cooperative alzano la voce per chiedere "giustizia" per Diarra, una parte dei cittadini piuttosto corposa si schiera con il poliziotto. Il ristoratore che ha deciso di far partire l'iniziativa si chiama Simone Vicentini ed è molto noto in città, dove ha già organizzato altre iniziative simili. Tra quelle che si ricordano maggiormente c'è la raccolta fondi per la famiglia del piccolo Elia Rizzotti, ucciso a 11 anni da un'infezione cardiaca. In quell'occasione vennero raccolti 3mila euro in pochi giorni.

"Bellissima iniziativa. Totale sostegno all’agente! E, grazie alla legge voluta dalla Lega (già votata alla Camera in attesa del passaggio in Senato), donne e uomini delle forze di Polizia impegnati in processi per fatti inerenti al loro servizio vedranno il raddoppio dell’importo della tutela legale per tutte le fasi del processo. Sempre dalla loro parte", ha dichiarato Matteo Salvini.

Purtroppo, però, non manca chi fa di tutto per strumentalizzare l'accaduto, come i Giovani Palestinesi che, tra una manifestazione per la Palestina e l'altra sostengono che il maliano è stato ucciso dal "razzismo di Stato" e che "la responsabilità della sua morte è pienamente dello Stato italiano". A tal proposito, i Giovani Palestinesi scrivono: "Moussa non ti dimenticheremo, non perdoneremo".

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