La banda delle patenti facili: 3.000 euro per ottenerla senza sapere l'italiano

Smantellata organizzazione che permetteva di ottenere la patente a stranieri spesso senza conoscenze della lingua italiana. Era attiva in tutta Italia, con radici venete

La Polizia locale di Verona e il nucleo giudiziario della Polizia stradale di Vicenza hanno smantellamento un'organizzazione, ramificata sul territorio italiano, che proponeva di far ottenere con facilità, la patente di guida a persone straniere
La Polizia locale di Verona e il nucleo giudiziario della Polizia stradale di Vicenza hanno smantellamento un'organizzazione, ramificata sul territorio italiano, che proponeva di far ottenere con facilità, la patente di guida a persone straniere

Per 3 mila euro garantivano una patente “vera“ senza far fatica. L'operazione della polizia locale di Verona, in sinergia con la polizia giudiziaria della sezione polizia stradale di Vicenza, ha portato allo smantellamento di un’organizzazione che faceva ottenere la patente a persone straniere che non capivano e spesso non parlavano la lingua italiana pagando dai 2.000 ai 3.000 euro.

L’indagine nel nord Italia e in Lazio

L'indagine, che ha visto coinvolte le province di Brescia, Vicenza, Bergamo, Cremona, Sondrio, Udine e Roma, ha portato al deferimento, in varie procure del territorio nazionale di 8 persone, di cui una a Verona, due a Vicenza, due a Trento, due a Bergamo ed una a Sondrio. Sono attualmente al vaglio le posizioni di circa 40 persone, coinvolte a vario titolo. Per alcune decine di candidati verrà proposto alle motorizzazioni civili di competenza l'annullamento della patente di guida ottenuta indebitamente con la revisione per la verifica dell'idoneità tecnica alla guida. L'indagine è scattata nel maggio 2022, quando gli uomini della Polizia locale di Verona, durante una sessione d'esame, hanno scoperto un cittadino pakistano che nel corso della prova di teoria stava utilizzando una microcamera.

L’organizzazione

La "struttura criminale", pare funzionante da anni, era guidata da un uomo di origine pakistana un pakistano che abitava nel Vicentino, che si avvaleva di una folta rete di “procacciatori d’affari“ nelle regioni del nord Italia, ma con qualche cellula anche nel Lazio. Questi giravano per le varie comunità pakistane e indiane e si proponevano quali intermediari per l’ottenimento di patenti di guida italiane.

Come ottenevano le patenti

Concordato il prezzo, il capo dell'organizzazione e i suoi più stretti collaboratori prenotavano le visite mediche e portavano i candidati alle scuole guida curando l’iscrizione e concordando la data della prova.

La mattina dell’esame ai candidati consegnavano una felpa, un giaccone o una camicia con una microcamera e gli fornivano un micro-auricolare da mettere nell’orecchio: da lì suggerivano le risposte. Un giro di affari che la polizia ha quantificato in centinaia di migliaia di euro in tutta Italia.

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