Il bitume di Agrigento e le vacche di Fanfani

Ad Agrigento, per l'arrivo del Presidente della Repubblica, strade riasfaltate a tempo di record, con conseguenze paradossali per i cittadini. Un vizio che affonda le radici nel passato

Il bitume di Agrigento e le vacche di Fanfani
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È sempre la stessa storia, gli aerei di Mussolini, le vacche di Fanfani, l’asfalto di Mattarella. Risulta che ad Agrigento, in occasione dell’inaugurazione di Agrigento capitale della cultura 2025, il municipio abbia fatto riasfaltare, con lavori anche notturni, senza sosta, le strade del passaggio del capo dello Stato, per garantire la sicurezza e quindi offrire l’immagine moderna, linda di Agrigento. Bitume in quantità industriale, copertura totale anche dei tombini di scarico e rubinetti, con la conseguenza di avere molti quartieri all’asciutto, senza acqua corrente con ovvie maledizioni agli inquilini dei palazzi romani.

Due giorni di spettacolo per una finzione scenica come, appunto, le vacche di Fanfani, una trentina di bovini, sempre gli stessi, itineranti, cioè portati da una fattoria all’altra della Calabria, per mostrare al primo ministro che la riforma agraria del ‘61 aveva avuto risultati efficaci.

E anni

prima, Benito Mussolini visitava vari aeroporti militari nei quali stavano parcheggiati velivoli di ultima produzione, pronti a decollare per lo scalo successivo dove era atteso il duce. Non è cambiato nulla, viva l’Italia.

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