La mossa di Salvini contro il sindaco dei 30 km all'ora

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta rivedendo il comma 2 dell'articolo 147 del Codice della Strada sui limiti di velocità dei centri urbani dopo il caso di Bologna a 30 Km/h: ecco la nota e le possibilità novità

La mossa di Salvini contro il sindaco dei 30 km all'ora
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Non va proprio giù la nuova regola che il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha introdotto per la sua cittadinanza, impossibilitata a superare i 30 Km/h. Una scelta che non trova d'accordo nessuno e che in queste ore ha provocato il malcontento dei bolognesi e delle istituzioni a tal punto che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), guidato da Matteo Salvini, ha inoltrato una nota spiegando di essere al lavoro per fare chiarezza su quali debbano essere i corretti limiti di velocità.

La nota del ministero

"Il Mit sta lavorando a una direttiva per chiarire e semplificare il tema dei limiti di velocità, con particolare riferimento ai centri urbani e come stabilito dall’articolo 142 comma 2 del codice della strada". L’obiettivo del Ministero, continua la nota, è trovare un ragionevole equilibrio tra l’esigenza di garantire la sicurezza (che resta una priorità) ed evitare forzature che rischiano di generare l’effetto contrario". Esattamente, la parola chiave è "forzature" come quelle del capoluogo emiliano dove se si superano i 30 Km/h si prende una multa, primo caso assoluto in Italia per un centro urbano.

In questo senso, "il Mit ha già portato in Conferenza Unificata anche una proposta per limitare l’utilizzo degli autovelox nei centri urbani e per controllare limiti sotto i 50 all’ora (come nel caso del comune di Bologna)". L’obiettivo - prosegue la nota del Mit - è far utilizzare i rilevatori di velocità e introdurre le Zone 30 in zone sensibili e a rischio incidenti, anziché in modo generalizzato e quindi meno efficace se non addirittura vessatorio nei confronti degli utenti della strada".

È chiaro: i 30 Km/h vanno bene a patto che non sia una regola generalizzata (ideologica) e che il limite sia posto soltanto nelle strade più a rischio, mica tutta l'area di Bologna. Altrimenti, come visto negli ultimi giorni, si ottiene esattamente l'effetto opposto e, come sottolinea il Mit con un'altra parola chiave, diventa "vessatorio" nei confronti di automobilisti e motociclisti.

"No a fughe in avanti"

Dopo la prima nota arrivata in mattinata, in una seconda nota del Mit si legge che "Il Ministro Matteo Salvini conferma la massima disponibilità all'ascolto di tutte le istanze e ragioni degli enti locali, ma allo stesso tempo è necessario chiarire alcuni passaggi per evitare fughe in avanti poi stoppate perfino dai giudici, come nel caso dell'obbligo per i mezzi pesanti di dispositivi per l'angolo cieco deciso dal Comune di Milano e poi bloccato". Per questa ragione "il Ministero emanerà una direttiva". Sulla carta, le aree entro i 30 Km/h sono necessarie per migliorare la sicurezza come nei pressi di scuole e asili ma allargare i divieti a tutta la città di bologna - continua la nota del Mit - "appare una forzatura che tradisce lo spirito delle zone 30, a maggior ragione considerando che il Mit ha deciso di evitare il proliferare di autovelox in zone con limite fino a 50 km all'ora: gli occhi elettronici devono garantire il rispetto delle regole in strade a rischio e non essere uno strumento vessatorio", sottolinea il ministero.

Cosa prevede il Codice della Strada

Come si legge sull’articolo 142 comma 2, "Entro i limiti massimi suddetti, gli enti proprietari della strada possono fissare, provvedendo anche alla relativa segnalazione, limiti di velocità minimi e limiti di velocità massimi, diversi da quelli fissati al comma 1, in determinate strade e tratti di strada quando l'applicazione al caso concreto dei criteri indicati nel comma 1 renda opportuna la determinazione di limiti diversi, seguendo le direttive che saranno impartite dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti". È chiaro: deve essere il Mit a indicare le direttive come avverrà in questo caso e in quello di Bologna.

Il comma 2 prosegue sottolineando che gli enti proprietari della strada "hanno l'obbligo di adeguare tempestivamente i limiti di velocità al venir meno delle cause che hanno indotto a disporre limiti particolari - ma che - Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti può modificare i provvedimenti presi dagli enti proprietari della strada, quando siano contrari alle proprie direttive e comunque contrastanti con i criteri di cui al comma 1".

Nel caso di Bologna, molto probabilmente, rientrano altre due parole chiave ossia "contrari" e "contrastanti" come i criteri del comma uno dello stesso articolo che spiega quali sono i limiti di velocità nazionale in base alla tipologia di strada: 130 km/h in autostrada, i 110 km/h nelle strade extraurbane principali, 90 km/h per le strade extraurbane secondarie e per le strade extraurbane locali e "50 km/h per le strade nei centri abitati, con la possibilità di elevare tale limite fino ad un massimo di 70 km/h per le strade urbane le cui caratteristiche costruttive e funzionali".

Come si osserva, i corretti limiti sono fissati a 50 Km/h ma si possono aumentare di ben 20 chilometri orari qualora alcune strade cittadine lo consentano e non il contrario, ossia abbassare il limite a 30 Km/h come stabilito da Lepore.

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