"C'era l'elicottero", "Non è vero". Fango sulla Guardia costiera

Tre migranti hanno riferito di aver visto un elicottero della Guardia costiera sorvolare il barcone prima del disastro di Cutro. Il corpo smentisce: "Nessun elicottero"

"C'era l'elicottero", "Non è vero". Fango sulla Guardia costiera
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Proseguono le indagini sulla tragedia di Cutro dello scorso febbraio. Alcuni migranti che si trovavano a bordo di quel caicco hanno dichiarato e sottoscritto che sopra il barcone quella notte ha sorvolato un elicottero della Guardia costiera, ce si sarebbe poi diretto altrove senza prestare soccorso. Secondo i migranti, quell'elicottero era bianco con le insegne rosse e dietro riconoscimento fotografico avrebbero confermato che si trattava di un mezzo della Guardia costiera. Ma il corpo della Marina militare nega ogni suo intervento prima del naufragio.

"Non avevo orologio o telefono, non so l’ora esatta. L’ho visto quando la luce del giorno era ancora lì e non era completamente buio. L’ho visto per 3-5 secondi, poi lo scafista ci ha mandato di sotto", ha dichiarato un migrante, secondo quanto riportato dal Corriere della sera. Lo stesso ha poi aggiunto: "L’ho visto molto bene, due volte da vicino, la prima che era ancora giorno, la seconda era durante la notte. Era bianco e la sua coda era rossa, c’era qualcosa come una bandiera. Guardavo la facciata bianca ma poi lo scafista ci ha mandato di sotto". Osservando le insegne presenti in un elicottero del corpo, ci sono anche diversi elementi che non combaciano. Gli elicotteri del corpo sono bianchi ma la fiancata presenta un inserto rosso molto ampio che la taglia in due, affiancato da una banda bianca e una verde molto più sottili, che difficilmente possono essere associati alla bandiera. Ma il migrante ha detto di aver osservato "la facciata bianca". E solo il terminale di coda è rosso in un elicottero della Guardia costiera. Non è da escludere che ci possa essere stata confusione nella persona che ha portato la sua testimonianza.

Marco Bona, legale che rappresenta i familiari di 47 deceduti e di 16 migranti della tragedia di Cutro, dando per certa la testimonianza delle tre persone di origine afghana che hanno parlato dell'elicottero, aggiunge: "Bisogna quindi spostare le lancette dell'orologio indietro per quanto riguarda la conoscenza della presenza dell'imbarcazione al largo delle coste calabre da parte delle autorità italiane, in particolare della Guardia costiera. Si tratterebbe di un elemento molto importante per valutare le responsabilità penali e civili".

Ma la Guardia costiera non ci sta: "In merito alla notizia rilanciata questa mattina da alcune testate giornalistiche, riguardante la presunta presenza in volo il 25 febbraio di un elicottero della Guardia costiera italiana, in prossimità del barcone successivamente naufragato a Cutro la mattina del 26 febbraio, si smentisce - come risulta dagli ordini di volo delle basi aeree della Guardia costiera - che ci fossero in volo elicotteri della Guardia costiera italiana, così come invece riportato dalle testimonianze citate dagli stessi quotidiani nazionali".

Matteo Salvini, dal cui ministero dipende il corpo, difende l'operato degli uomini in divisa: "Solidarietà a donne e uomini della Guardia Costiera, che anche oggi subiscono una assurda campagna di fango e menzogne per il drammatico naufragio del barcone a Cutro. Insinuare che qualcuno non sia intervenuto di proposito, pur capendo il potenziale pericolo, è un insulto non solo alla Guardia Costiera ma all'Italia intera".

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