"Che Allah faciliti la migrazione". Se il Comune di Milano richiama gli stranieri

Dall'altra parte del Mediterraneo è arrivata la notizia nel nuovo centro servizi "per migranti e rifugiati di Milano": la propaganda si è mossa per usarlo come leva per nuovi arrivi

Il Milano Welcome Center
Il Milano Welcome Center
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Il Comune di Milano ha recentemente aperto un centro per stranieri sul territorio comunale, in una struttura di proprietà del Comune di 2mila metri quadri che è stata completamente ristrutturata per ospitare il Milano Welcome Center, che è stato inaugurato lo scorso 27 novembre alla presenza del sindaco Beppe Sala, dell’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé, del prefetto Claudio Sgaraglia e del questore Bruno Megale. Non si tratta di un centro di accoglienza ma di un centro di servizi in cui sono presenti mediatori linguistico-culturali, assistenti sociali, consulenti giuridici, psicologi, educatori, tutor di italiano e figure amministrative. L'eco di questo centro è arrivato fino all'altra parte del Mediterraneo, dove però è arrivato in modo distorto, come se si trattasse di una struttura in cui le persone possono trovare rifugio.

Anche questa è propaganda, che funziona molto bene sulle sponde africane del Mediterraneo, perché implicitamente arriva il messaggio che il nostro Paese continua a costruire strutture per l'accoglienza e, quindi, a "chiamare" irregolari. Certo, le parole del sindaco in tal senso non sono d'aiuto: "Quando parliamo di persone migranti e rifugiate, la chiave per l’inclusione sta in percorsi di integrazione di qualità che, tenendo conto delle differenze culturali e di provenienza, siano costruiti in modo da accompagnare la persona o il nucleo familiare verso una reale autonomia". Non stupisce che lo scopo di questa struttura sia arrivato in maniera distorto e sia stato poi strumentalizzato ulteriormente per fini di propaganda.

"A Milano, questa settimana ha aperto i battenti un nuovo centro per profughi e migranti. Dovrebbe essere un 'posto unico' per i nuovi arrivati. La struttura mira a fornire tutti i servizi pertinenti sotto lo stesso tetto, tra cui assistenza in lingua italiana, assistenti sociali, consulenti legali, psicologi, educatori e personale amministrativo. Sia le Ong che le amministrazioni locali fanno parte del progetto", si legge nell'annuncio, a cui in tanti rispondono con un messaggio molto chiaro: "Che Allah faciliti la migrazione a tutti noi". E poi si legge: "Che possiamo essere i primi a vivere in quell'appartamento". E ancora: "Che Allah aiuti anche me a tornare in Italia".

Ancora una volta, Milano si presenta come la città che non è. Carica i migranti di aspettative e richiama in Italia persone irregolari che poi finiranno ai margini della società, come già migliaia ce ne sono, senza prospettive e senza futuro.

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