Il conto è servito. Il Ministero dell'Interno è pronto a rivalersi sul centro sociale milanese Leoncavallo se sarà obbligato a risarcire i proprietari dello stabile di via Watteu che gli attivisti occupano dal 26 maggio 2005. Lo si legge nella raccomandata del 9 dicembre 2024 che l'Avvocatura dello Stato ha inviato, per conto del Viminale, all'Associazione delle mamme antifasciste del Leoncavallo, dopo la condanna della corte d'Appello a risarcire 3 milioni di euro alla società Orologio srl della famiglia Cabassi per il mancato sgombero dell'immobile. Ne dà notizia il Giorno, anticipando i contenuti del documento.
"Atteso che l'indisponibilità dell'immobile donde deriva la pretesa risarcitoria deriva dall'inosservanza della sentenza di condanna al rilascio da parte di codesta Associazione, si comunica sin d'ora che il Ministero dell'Interno intende rivalersi nei confronti dell'Associazione stessa e delle persone che hanno agito in nome e per conto di essa delle somme che dovesse essere costretto a corrispondere alla srl L'Orologio in adempimento della sentenza numero 2282/2024", si legge nella raccomandata pervenuta al Leoncavallo. Il centro sociale, intanto, non indietreggia rispetto alle proprie storiche istanze e per il 24 gennaio prossimo ha organizzato una speciale giornata "antisfratto". Il 18 gennaio, invece, si riunirà un'assemblea pubblica.
L'avvocato Mirko Mazzali, legale storico del centro sociale milanese, ridimensiona la questione: "Si tratta solo di una manleva. Prima lo Stato deve pagare, poi eventualmente si rivolgerà al Leoncavallo". La politica intanto commenta la linea scelta dal Viminale. "Trovo corretto che il ministero dell'Interno, nel caso in cui venisse condannato definitivamente a risarcire la Famiglia Cabassi, si avvalga sullo stesso Leoncavallo. Nel frattempo, le conseguenze di tutti questi rinvii e perdite di tempo che da anni si protraggono, le stanno pagando gli italiani. È ora che la magistratura, finalmente, trovi una soluzione idonea e faccia assumere le responsabilità a chi impedisce agli ufficiali giudiziari e alle forze dell’ordine, di sgomberare questa struttura", ha affermato il deputato di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali ed ex vicesindaco delle Giunte di centrodestra milanesi, Riccardo De Corato.
Nelle scorse ore, anche gli attivisti dello storico centro sociale torinese Askatasuna, recentemente protagonisti degli scontri di piazza con la polizia, avevano ricevuto il conto per i danni alle manifestazioni No Tav.
Su proposta della presidenza del Consiglio e dei ministeri dell'interno e della difesa, che sono costituiti parte civile, sono stati chiesti dall'Avvocatura dello Stato danni per circa 6 milioni e 800 mila euro agli esponenti di Askatasuna imputati nel maxiprocesso celebrato dal tribunale di Torino.
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