"Chiudere Casa Pound". I collettivi rossi di Firenze pronti a tornare in piazza

Nel nome dell'antifascismo militante, i collettivi e i centri sociali di Firenze sono pronti a tornare in piazza per chiedere di zittire chi la pensa diversamente

"Chiudere Casa Pound". I collettivi rossi di Firenze pronti a tornare in piazza

Esiste una democrazia diversa dalle parti della sinistra che non contempla il pluralismo delle idee e pretende che chi abbia un pensiero diverso dal proprio venga cancellato. Firenze sembra aver intrapreso questa china, per lo meno da parte di quei collettivi e di quelle organizzazioni, come i centri sociali, che pretendono di avere l'egemonia culturale e ideologica in città. Il vociare dopo i fatti del liceo Michelangiolo, certamente da condannare, ma arrivati dopo una serie di provocazioni e di altri fatti della stessa natura, di segno opposto, ha dato a queste organizzazioni la spinta e il coraggio per pretendere il silenziamento di tutte le organizzazioni diverse dalle loro.

Ed è su questa impronta che il prossimo 6 maggio pare si stia organizzando una manifestazione a Firenze sotto le solite insegne dell'antifascismo. Un'insegna che cela dietro di sé la solita prepotenza e, spesso, anche violenza, come dimostrano le numerose aggressioni compiute nel nome dell'antifascismo. Il 6 maggio a Firenze si scenderà in piazza per chiedere la chiusura di Casa Pound. L'annuncio viene fatto con tanto di manifesti in cui si mostra con orgoglio il pugno alzato perché, secondo gli organizzatori, "chiudere le sedi fasciste vuol dire creare attorno a quegli spazi un clima tale per cui sia chiara la delegittimazione sociale e politica della loro azione. Vuol dire palesare quanto siano avulse dal tessuto sociale dove vorrebbero portare la loro propaganda".

Mentre i centri sociali e i collettivi possono volantinare e propagandare sempre e comunque, anche azioni illegali come l'occupazione abusiva delle abitazioni e il consumo di droga, a Casa Pound si vorrebbe negare il diritto di esistere. La radice comunista non è insita solamente nell'idea del pensiero unico che queste organizzazioni vorrebbero portare avanti ma anche nel manifesto che hanno realizzato per promuovee la manifestazione: "Chi vive la stessa condizione sociale vive gli stessi problemi frutto di politiche basate sulla privatizzazione e sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sulla donna e del territorio con l’unico obiettivo di fare profitti privati sulle spalle della collettività".

Ricordando i fatti di piazza Dalmazia causati da un esponente di Casa Pound nel 2011 e i pestaggi che hanno visto coinvolti gli appartenenti a questa organizzazione, gli

organizzatori del corteo considerano "la sede di Casa Pound in via dei Vanni è una provocazione alla città intera a cui gli antifascisti e le antifasciste di Firenze hanno il compito di rispondere".

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