"È colpa del regime di frontiera". Così la Ong strumentalizza la morte di un bimbo in mare

Un'altra tragedia del mare compiuta nel Mediterraneo. L'Ong punta il dito contro l'Europa e le frontiere, non contro i trafficanti. Perché?

"È colpa del regime di frontiera". Così la Ong strumentalizza la morte di un bimbo in mare
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Ancora una tragedia del mare nel Mediterraneo, dove la nave Ong Humanity1 ha recuperato da un barcone con decine di persone anche il corpo di un bambino. Per la cui morte, per assurdo, è stata accusata l'Europa. Sono due in tutto gli interventi effettuati dalla nave della flotta civile tedesca negli ultimi giorni e per lo sbarco le autorità italiane hanno indicato il porto di Livorno, tra le solite lamentele. Ovviamente, alla nave è stata anche data indicazione di avvicinarsi a Lampedusa per effettuare lo sbarco della salma del piccolo. Pare che la barca a bordo della quale si trovava il piccolo fosse partita da Sfax, in Tunisia, due giorni prima.

Le autorità italiane non hanno esitato a far sbarcare la piccola vittima sull'isola ma, dal momento che a bordo della grande nave della Ong non c'erano emergenze sanitarie tali da giustificare una evacuazione su Lampedusa, già in difficoltà per gli sbarchi autonomi, le autorità hanno preferito confermare per la nave il porto di Livorno. Tuttavia, al di là delle proteste per il porto lontano, l'elemento grave, che dà il polso di quello che è l'atteggiamento di queste organizzazioni, è un altro. Perché dai suoi social, la Ong tedesca Sea Watch non ha esitato a incolpare per la morte del bambino l'Europa: "Non si perdona, non si dimentica. Piangiamo per il bambino morto a causa del brutale regime di frontiera europeo. I nostri pensieri sono con la famiglia".

Perché le organizzazioni non governative non muovono mai alcuna accusa nei confronti dei trafficanti? Perché dalle Ong non si è mai alzato un solo grido di protesta contro i trafficanti di uomini? Quale colpa può avere l'Europa per la morte di un bambino, messo a bordo di un barchino contro la sua volontà, da criminali che utilizzano i migranti come carne da macello per il loro guadagno. Eppure, le organizzazioni non governative che si battono in petto ergendosi a difensori dei diritti civili e degli ultimi, quando devono muovere un'accusa sbagliano sempre bersaglio, mirando a quello meno idoneo.

Cos'è che blocca le Ong dall'accusare i trafficanti di essere la causa della morte di donne, bambini e uomini nel Mediterraneo? Perché credere che la loro sia solamente strumentalizzazione, per altro sulla pelle di un bambino morto in mare, risulta essere angosciante.

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