Laura Bonafede, amante di Matteo Messina Denaro, è stata riconosciuta colpevole del reato di associazione mafiosa dal gup del tribunale di Palermo Paolo Magro, e condannata a una pena di 11 anni e 4 mesi di reclusione.
L'insegnante 57enne di Campobello di Mazara, figlia del padrino del paese Leonardo Bonafede, è stata legata sentimentalmente per anni al boss di Cosa Nostra, divenendo per lui un punto di riferimento imprescindibile non solo per coprire la sua lunga latitanza ma anche nella gestione dei rapporti con alcuni affiliati. Quindi non una semplice conoscenza pluridecennale che la vedeva estranea alle questioni di Cosa Nostra, come dichiarato dalla donna durante alcuni interrogatori, bensì un rapporto che includeva anche una partecipazione in un certo senso attiva alle vicende dell'ex padrino.
Secondo le ricostruzioni effettuate dalla procura della Repubblica di Palermo, Laura Bonafede avrebbe convissuto per anni al fianco di Matteo Messina Denaro insieme a sua figlia Martina, e si sarebbe prodigata per garantire il mantenimento dei contatti tra il padrino e gli affiliati: a riprova di ciò c'è anche il contenuto di alcune missive scambiate col padrino nelle quali emergevano riferimenti agli affari del boss e ad alcuni personaggi connessi con l'organizzazione mafiosa.
Ecco perché il primo capo di imputazione di favoreggiamento è stato sostituito da quello di associazione mafiosa, che ha comportato per l'insegnante, al termine del processo celebrato col rito abbreviato, una condanna a 11 anni e 4 mesi di reclusione. Nella vicenda sarebbe coinvolta anche la figlia dell'ex amante di Matteo Messina Denaro Martina, accusata del reato di favoreggiamento aggravato.
Come detto, Laura Bonafede è figlia dell'ex boss del paese Leonardo, deceduto da tempo, oltre che cugina di Andrea Bonafede, il geometra che ha "prestato" la propria identità all'ex capo di Cosa Nostra per consentirgli di ricevere le cure negli ultimi anni della sua vita. La 57enne, inoltre, è imparentata anche con Emanuele Bonafede, uno dei vivandieri dell'ex boss arrestato insieme alla consorte Lorena Lanceri, nonché moglie del mafioso Salvatore Gentile, finito dietro le sbarre dopo la condanna all'ergastolo inflittagli per aver compiuto due omicidi commissionati proprio dal padrino.
Secondo le ricostruzioni della procura, la relazione tra i due sarebbe nata nel 1996, quando Matteo Messina Denaro incontrò il padre della Bonafede per ottenere la sua autorizzazione a frequentare la figlia. L'inizio della collaborazione nella gestione degli affari dell'ex boss di Cosa Nostra sarebbe iniziata circa 1 anni dopo, per la precisione nel 2007: i due avrebbero convissuto a lungo insieme anche alla figlia della donna Martina, almeno fino al 2015. Da questo momento in poi nacque una fitta corrispondenza, mentre gli incontri di persona divennero più sporadici per evitare rischi durante la latitanza del padrino. Nonostante la lontananza, l'insegnante fu sempre presente nella vita del boss, occupandosi di fargli la spesa, di portargli i medicinali di cui aveva bisogno, e di gestire i rapporti con alcuni affiliati.
Inizialmente il procuratore
aggiunto Paolo Guido e i sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova avevano richiesto una condanna a 15 anni di carcere: il gup ha ritenuto sussistente il reato del 416 bis, infliggendo tuttavia una pena più lieve alla donna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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