"Discriminate perché omosex". I giudici condannano il sindaco, lui fa ricorso

Una era responsabile dell'Ufficio tecnico e l'altra comandante della polizia locale. Per le toghe furono sostituite dopo l'unione civile

Discriminarono due dipendenti che si erano unite col rito civile sostituendole nelle loro mansioni: per questo la Corte d'appello di Brescia ha ribaltato la sentenza di primo grado e condannato il sindaco di Calcinato, nel Bresciano
Discriminarono due dipendenti che si erano unite col rito civile sostituendole nelle loro mansioni: per questo la Corte d'appello di Brescia ha ribaltato la sentenza di primo grado e condannato il sindaco di Calcinato, nel Bresciano

Due dipendenti che si erano unite col rito civile furono sostituite nelle loro mansioni. Una discriminazione perché omosessuali, per la Corte d'appello di Brescia che ha ribaltato la sentenza di primo grado e condannato il sindaco di Calcinato (Brescia), Nicoletta Maestri, il suo vice Mirco Cinquetti e l'assessore alla Polizia Locale Stefano Vergano. I tre sono stati condannati per "il carattere discriminatorio della loro condotta nei confronti di Federica Lombardo e Luisa Zampiceni, rispettivamente ex responsabile dell'ufficio tecnico ed ex comandante della polizia locale dello stesso comune bresciano. Entrambe erano state sostituite nel 2021 dopo che si erano sposate nel 2020.

La condanna

"Una rotazione mai fatta prima e, neppure dopo, con un atteggiamento discriminante - scrivono i giudici in sentenza - che non viene fatta subito nel 2020 per non creare sospetti". Nello stesso periodo "il Comune - si legge ancora - inizia un atteggiamento discriminatorio anche nei confronti del suo ormai ex comandante Zampiceni, modificando ad hoc la convenzione stipulata dai comuni di Calcinato, Lonato e Bedizzole che sono in convenzione di servizio costringendola di fatto a dimettersi".

Il ricorso in Cassazione

"Rispetto e prendo atto sia della sentenza che del lavoro dei giudici che l'hanno emessa, ma non la condivido nel modo più assoluto. L'unica consapevolezza a cui mi aggrappo in questo momento è quella di avere la coscienza pulita e di avere agito per il bene della mia comunità. Da sindaco e da donna", ha detto il sindaco Maestri. "La disputa - ricorda il sindaco - nasce nel 2021 quando la dipendente Federica Lombardo lamenta il non esserle stato assegnato anche per quell'anno il ruolo di Responsabile dell'Ufficio Tecnico. Invero, l'amministrazione in quell'occasione aveva semplicemente dato attuazione ad un principio di rotazione degli incarichi come anche raccomandato dall'Autorità Nazionale Anticorruzione.

Questo posso affermarlo con certezza perchè le accuse di discriminazione e di omofobia formulate dalla ex dipendente non solo sono lontanissime dai miei valori, dai miei principi e dalla mia storia di vita, ma sono anche distantissime dalla realtà dei fatti". Il sindaco di Calcinato ha annuncia ricorso in Cassazione.

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