La baronessa lascia 5 milioni alla badante. I nipoti denunciano, il legale: "C'è razzismo"

Tra contanti e appartamenti, in ballo ci sono circa 5 milioni di euro. Le accuse, i procedimenti e perché si parla di "razzismo"

La baronessa lascia 5 milioni alla badante. I nipoti denunciano, il legale: "C'è razzismo"
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Tra contanti, circa un milione di euro, e sei appartamenti, l'eredità della baronessa Anna Malfatti, classe 1936, morta nel 2023 all'età di 87 anni, ammonta a circa cinque milioni di euro. Cifra che è andata alla governante albanese a cui l'aristocratica ha voluto lasciare il suo patrimonio.

I nipoti

Non sono d'accordo su questa decisione gli 8 nipoti dell'anziana, che assistiti dall'avvocato Claudio Malfer, hanno avviato una una causa civile, chiedendo l’annullamento del testamento e hanno denunciato in sede penale la badante 44enne — difesa dall’avvocato Nicola Canestrini — accusandola di aver circuito la baronessa.

Le "accuse"

Secondo la Procura di Rovereto la 44enne avrebbe: "Abusato della stato di decadimento cognitivo tale da escludere la capacità di intendere e di volere della sua assistita, nonché datrice di lavoro". Come riportato nel capo d’imputazione, del marzo 2022, la badante avrebbe indotto l’anziana "a redigere un testamento dove la nominava erede universale" per poi, un mese più tardi facendoci rilasciare una procura generale notarile.

In attesa dell'esito del processo la Procura ha comunque ottenuto dal giudice per le indagini preliminari il sequestro preventivo di tutti i beni dell’anziana. L'ex badande al momento non ha però ancora accettato l’eredità, perché non vuole entrarne in possesso fino a quando non saprà se ne avrà effettivamente diritto.

I due procedimenti

Sulla vicenda al momento sono aperti due diversi tipi di processi, sia civile che penale. Il 10 aprile si è celebrata l’udienza preliminare, ma per conoscere l’esito bisognerà attendere l’8 maggio quando la gip Consuelo Pasquali valuterà l’ammissibilità della parte civile, costituita dagli otto nipoti e contestata dal difensore dell’imputata. Poi deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio, depositata dalla pm Viviana Del Tedesco a carico della badante che è accusata di circonvenzione d’incapace.

Il "rischio" di razzismo

Il legale della governante sulla vicenda ha espresso il tuo timore: "In questo processo, vedo il rischio di razzismo anche inconscio. Nella costituzione di parte civile dei nipoti c’è un accenno alla tradizione della famiglia e alla linea di sangue da rispettare come se la mia assistita fosse stata una persona insignificante nella vita della baronessa - spiega il legale Canestrini - basti pensare che la governante ha continuato a frequentare la casa dell’anziana una volta estromessa dalla sua assistenza. Voleva che a metterla a letto fosse sempre la mia cliente e lei lo faceva anche se non era più la sua assistente".

Inoltre, aggiunge: "In venticinque anni di carriera, non mi è mai successo che mi telefonassero dei testimoni come le amiche di Maria Malfatti e anche gestori di negozi frequentati dall’anziana e la mia cliente. Tutti mi hanno raccontato che in realtà la mia assistita era succube di chi assisteva".

Il video

Nella vicenda c'è poi la presenza di un video che riprende alcune fasi della stesura del testamento, sottoscritto davanti a un notaio il 21 marzo 2022. "In questo video — spiega l'avvocato — la baronessa Malfatti corregge il professionista sul nome della sua governante, indicandogli quello giusto. Quindi era pienamente consapevole di ciò che stava succedendo".

L'accusa

Dall'altra parte l'accusa ha depositato la perizia di uno psichiatra che, sulla base della documentazione raccolta post mortem dell’anziana, ha stabilito che la donna soffriva di un decadimento cognitivo che sarebbe iniziato

alcuni mesi prima della morte, avvenuta nel novembre del 2023. In base a tutte le prove sarà ora il giudice Pasquali a decidere se rinviare a giudizio la badante o se pronunciare il non luogo a procedere.

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