Eutanasia, l'attrice Sibilla Barbieri è morta in una clinica svizzera: l'ultimo video prima del viaggio

Prima di partire ha registrato un video in cui ha raccontato la sua storia, esprimendo preoccupazione per la difficoltà di accedere al suicidio assistito in Italia

Eutanasia, l'attrice Sibilla Barbieri è morta in una clinica svizzera: l'ultimo video prima del viaggio
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Ha scelto di andarsene ricorrendo al suicidio assistito l'attrice e regista romana Sibilla Barbieri. Troppa la sofferenza nel convivere con una malattia purtroppo arrivata allo stadio terminale. Dopo anni di lotta contro il cancro, la donna ha preso la sua decisione: il viaggio verso la Svizzera e poi l'eutanasia, arrivata a porre fine a una condizione ormai ritenuta intollerabile. Nelle prossime ore il figlio andrà ad autodenunciarsi.

Il "no" della Asl

Sibilla Barbieri aveva manifestato la propria intenzione di porre fine alla malattia già negli scorsi mesi. Secondo la sua Asl di appartenenza, però, l'attrice non aveva i requisiti previsti dalla sentenza Cappato\Dj Fabo della Corte Costituzionale per poter usufruire della morte volontaria assistita in Italia.

La sentenza n.242/19, infatti, stabilisce che la pratica venga ammessa solo nel caso in cui il soggetto in esame sia capace di autodeterminarsi e soffra di una patologia irreversibile, tale patologia sia fonte di sofferenze fisiche o psicologiche giudicate intollerabile, e il paziente sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale. Per la commissione medica che aveva esaminato il caso dell'attrice, non era presente l'ultimo dei requisiti. Da qui il diniego a procedere, arrivato lo scorso mese di settembre, che ha convinto la Barbieri a recarsi in Svizzera.

Il video-denuncia

Sibilla Barbieri, fra l'altro consigliere dell'associazione Coscioni, era comparsa in un ultimo video in cui raccontava la propria situazione, denunciando quella che, a suo dire, era stata una vera e propria discriminazione nei suoi confronti. "Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali. Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera perché possiedo i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente", aveva dichiarato. "Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia che non possono perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno? Questa è un'altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio", aveva attaccato, esprimendo seria preoccupazione.

L'ultimo viaggio

Il video risale agli ultimi giorni precedenti la partenza alla volta della Svizzera. Arriva oggi la notizia della scomparsa di Sibilla Barbieri, morta all'età di 58 anni. Il suo cuore ha cessato di battere in una clinica svizzera, dove all'attrice è stato somministrato il farmaco letale che ha posto fine alle sue sofferenze.

Nelle prossime ore il figlio della donna e l'ex senatore radicale Marco Perduca, che hanno preso parte al viaggio verso la Svizzera, andranno ad autodenunciarsi. A seguire il loro esempio anche Marco Cappato. I tre saranno assistiti legamente da Filomena Gallo, avvocato difensore e segretario nazionale dell'associazione.

Le parole dell'avvocato

"Con il team legale che coordino abbiamo seguito Sibilla Barbieri sollecitando l'Asl Roma 1 a effettuare le verifiche sullo stato di salute della nostra assistita e a procedere come indicato dalla sentenza di incostituzionalità della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani", ha dichiarato Filomena Gallo, come riportato da RaiNews.

"I dirigenti dell'azienda sanitaria hanno predisposto le verifiche e inviato un diniego di accesso all'aiuto alla morte volontaria perché, secondo una Commissione Aziendale istituita ad hoc, la persona malata non dipendeva da trattamenti di sostegno vitale. Dopo avere verificato con il dottor Mario Riccio la documentazione medica che Sibilla Barbieri aveva prodotto, è emerso che invece Barbieri era sottoposta a plurime forme di sostegno vitale", ha aggiunto.

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