Il gruppo di geologi incaricati dell'onere di redigere una perizia sulla tragedia della Marmolada non ha dubbi a riguardo: si sarebbe trattato, infatti, di un "evento imprevedibile".
La perizia
Il pool di esperti era stato radunato dalla procura della Repubblica di Trento per effettuare un'analisi approfondita delle cause alla base del terribile incidente avvenuto lo scorso 3 luglio 2022, a seguito del quale persero la vita ben 11 persone. La ricostruzione effettuata dai geologi, ricca di approfondimenti e minuziosi dettagli sugli ultimi venti anni di vita del celebre ghiacciaio, si è focalizzata in particolar modo sulla questione relativa alle sue mutazioni. Il lavoro certosino condotto dal pool di esperti ha prodotto un documento di 60 pagine, correlate di immagini, video e riprese satellitari: tutti elementi di fondamentale importanza per corroborare l'ipotesi dell'imprevedibilità della tragedia. Ciò appurato, le indagini si concentreranno ora, come richiesto all'interno della stessa perizia, sulla qualità delle misure di prevenzione che vengono generalmente adottate con l'obiettivo di mettere in sicurezza un sito così frequentato.
Il contenuto della relazione redatta dal pool di geologi sarà reso pubblico in modo integrale nei prossimi giorni. Solo dopo che i parenti delle vittime saranno avvisati si potrà procedere, sulla base dei dati riportati nella perizia, alla richiesta di archiviazione di quello specifico fascicolo di indagine.
Una zona delicata
Dopo il terribile incidente di luglio tutta l'area del ghiacciaio era stata inizialmente interdetta al pubblico e poi riaperta a condizione che si effettuasse un'attività di monitorazione costante. Pochi giorni fa, nel corso della mattinata dello scorso 6 dicembre, dalle pendici della Marmolada, precisamente nell'area di Pian dei Fiacconi, si era generata una valanga con un fronte di ben trenta metri: una zona, questa, distante appena 800 metri dal luogo della tragedia di luglio. A rimanere parzialmente travolto uno scialpinista di 30 anni della provincia di Padova: l'uomo, al momento della slavina era a quota 2800 metri e a circa 200 metri di distanza dal rifugio di Pian dei Fiacconi, lo stesso peraltro colpito da una slavina nel 2020.
Per fortuna in questo caso la vittima è stata soccorsa prontamente dagli altri tre escursionisti
che si trovavano con lui, i quali lo hanno estratto dalla neve. Una volta contattato il 112 per segnalare l'incidente, sul posto era giunto l'elisoccorso: trasportato in ospedale, il 30enne non ha riportato ferite gravi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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