
La scuola deve tornare a essere quel luogo in cui gli studenti, pur trovando un ambiente fertile al confronto, rispettano l'istituzione. Sono le basi della civiltà democratica e si stanno dissolvendo in una società in cui giovanissimi fomentati da bande di rivoltosi si sentono in diritto di minacciare un dirigente scolastico e i professori. E se è vero che l'educazione civica inizia da qui, l'Italia per il futuro, ma anche per il presente, ha un grosso problema. Al liceo Classico Carducci di Milano, nella notte tra il 26 e il 27 febbraio, ignoti hanno vandalizzato le pareti esterne della scuola (per la seconda volta) con frasi ingiuriose contro il preside Andrea Di Mario, e non solo. "Fanculo il buon nome", si legge in una delle scritte. "Non fare incazzare gli studenti", si legge ancora. E poi: "Non ce ne frega un cazzo della diffida".
Ma cosa è successo per far scattare questo genere di minacce con questo tenore di messaggi? Tutto nasce da un'iniziativa che da anni gli studenti del liceo portano avanti, con la creazione di felpe che poi vengono vendute tra gli studenti. Il ricavato poi rimane nella scuola per varie attività e spese di vario genere per la migliore fruizione degli studenti. Un gruppo ha però creato delle felpe dove, accanto al logo della scuola, è stato stampato il seriale numerico 1312, che letto così sembra non voler dire nulla ma in realtà è un codice che viene usato al posto di "Acab", ossia "All cops are bastard", cioè "tutti i poliziotti sono bastardi". È comprensibile che il preside abbia diffidato gli studenti dal proseguire nella vendita di queste felpe e le abbia sequestrate, non è tollerabile che poi siano comparse queste scritte.
Una parte, la maggioranza a onor del vero, degli studenti del liceo Carducci si è dissociato da quelle scritte. O meglio, si è "incazzato", per usare un termine da loro impiegato nelle interviste, perché non tollerano che ci siano certi scempi nella loro scuola. Ma allora chi è stato? Gli stessi alunni più grandi, i ragazzi delle classi superiori, hanno sottolineato come la scusa dell'invasione esterna (che qualcuno ha provato ad addurre come scusa) non regge. L'ipotesi è che a vandalizzare in quel modo gli esterni dell'edificio possano essere stati giovanissimi delle prime classi. E non stupisce, perché anche a crear disordini nelle scuole sono spesso gruppetti di studenti che frequentano le classi inferiori, incitati e sobillati dai propagandisti esterni che cercano solo i disordini.
Però è possibile che nulla si possa contro questi teppisti? La scuola ha davvero così le mani legate davanti alla maleducazione e all'indottrinamento di stampo criminale? Gli strumenti ci sarebbero, la condotta è una di queste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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